È un fatto importante, ancor che comunemente noto, che le apparenze molto spesso ingannano. Per esempio la fine del mondo, comunque la si possa immaginare, arriverà nel modo più inaspettato. Quando un amico vi offre tre pinte di birra e vi dice che avete dieci minuti per ingollarle, allora è evidente il segno che il tempo sta per finire. A breve la Terra verrà atomizzata ma dimenticate asteroidi in rotta di collisione, nuclei che cambiano la loro rotazione, sconvolgimenti climatici o fenomeni di autodistruzione in stile dispositivo “fine del mondo”. Il capolinea per il nostro pianeta è inevitabile per un nemico che conosciamo perfettamente ma che spesso ci è inafferrabile. La burocrazia. Le carte che prevedono la disintegrazione della Terra, per far posto a una tangenziale interstellare, erano state protocollate in un polveroso ufficio di Alfa Centauri da oltre cinquanta anni e nessun essere umano si è mai posto il problema di contestare questo progetto. Per fortuna sulla copertina della Guida galattica per autostoppisti si legge a grandi caratteri la rassicurante scritta “don’t panic”.
Ispirato al celebre romanzo fantascientifico di Douglas Adams, nato a sua volta da una serie radiofonica in onda negli anni 70 sulla BBC, il film di Garth Jennings descrive come il pianete Terra venga distrutto dai Vogon, una disgustosa razza aliene priva di ogni forma di umorismo ma ossessivamente dedita alla scrupolosa osservazione delle regole. I Vogon non pensano, amministrano; non sono cattivi, ma insensibili burocrati zelanti con un pessimo carattere, sì. Non alzerebbero un dito per salvare la propria nonna dalla vorace bestia Bugblatteral di Traal senza un ordine in triplice copia spedito, ricevuto, verificato, smarrito, ritrovato, soggetto a inchiesta ufficiale, smarrito di nuovo ed infine sepolto nella torba per tre mesi e riciclato come cubetti accendifuoco. Il messaggio è chiaro, Adams gioca a costruire una parossistica parodia dei processi burocratici che assillano l’essere umano in ogni sua attività. Una valanga di scartoffie ci seppellirà, o peggio distruggerà il mondo. Nonostante ci siano voluti 7 milioni di anni per tentare una risposta alla domanda fondamentale su la vita, l’universo e tutto quanto, il problema fondamentale non è quale sia questa risposta, ma quale esattamente la domanda. Ma per la cronaca, la risposta più convincente è 42!
Carlo Prevosti