Gloria Bell, interpretata da Julianne Moore, é una brillante cinquantenne di Los Angeles sulla soglia della pensione. Divorziata da dieci anni circa, sembra aver già chiuso i conti col passato da molto tempo. Conduce una vita equilibrata, sentimentalmente tranquilla: l’ex marito è pressoché inesistente, i figli sono poco presenti, concentrati sulla loro strada. Nessun grave problema nella compagnia di assicurazioni dove lavora: la sua quotidianità è circoscritta, prevedibile. Ama cantare a squarciagola mentre guida per la città e sì, ballare per tutta la notte. Sappiamo fin da subito che non sarà l’eroina di una storia avventurosa, semplicemente una donna. La si scorge al bancone di un bar, ad un evento per single, Anita Ward di sottofondo. Cerca del casual sex, ma senza le insicurezze e i fronzoli della giovinezza. Ad una di queste serate incontra Arnold (John Turturro), un ex Marines proprietario di un parco di divertimenti. Anche Arnold è divorziato con figli, c’é complicità e la loro frequentazione prende velocità immediatamente. Per Arnold però è passato troppo poco tempo dal divorzio. Le continue pressioni dell’ex moglie, la crudeltà delle figlie adolescenti non gli permettono ancora di essere sereno. Arnold rende Gloria incredula e instabile. Sparisce e poi ritorna. Non scatena un’irreparabile sofferenza, ma fa crollare Gloria in brevi ed intensi momenti di solitudine. Un senso di tristezza e ricaduta dopo tanta – ma mai sufficiente – esperienza di vita. L’intimità si trasforma da erotismo in commozione. Infine l’inevitabile abbandono della relazione in favore di un nuovo equilibrio.
Gloria Bell è un atto referenziale di Sebastián Lelio: il ripasso fedele di un suo precedente lavoro in lingua spagnola, Gloria (2013). Dopo il successo internazionale di Una donna fantastica (Oscar come miglior film straniero nel 2018), rimettendosi alla prova con una storia già sperimentata, il regista cileno mostra destrezza di business ma non totale originalità. La regia tuttavia funziona bene, invisibile e rispettosa, curiosa delle mille sfumature attoriali che la Moore regala, rimpiazzando Paulina Garcia, vincitrice a Berlino dell’Orso d’Argento come Miglior Attrice.
I lavori coincidono nella maggior parte degli aspetti: entrambe le protagoniste frequentano classi di yoga, vengono tormentate da un gatto e da un vicino rumoroso, imparano a giocare a paintball. Sono donne moderne, economicamente indipendenti ma con le debolezze emotive da dipendenza affettiva.
La scelta di scrittura più forte di questo remake? Mostrare Gloria al picco della sua attività sociale per poi raffreddarla, nel susseguirsi di giornate pazientemente ordinarie, fino ad uno stato di confusione e nuova direzione di vita. Si rappresenta finalmente l’ordinario vero, che non tende mai alla vanità.
Francamente, una rara e preziosa rappresentazione di americanità.
Giulia Peruzzotti
Gloria Bell
Regia: Sebastián Lelio. Sceneggiatura: Alice Johnson Boher, Sebastián Lelio, Gonzalo Maza. Fotografia: Natasha Braier. Montaggio: Soledad Salfate. Musiche: Matthew Herbert. Interpreti: Julianne Moore, John Turturro, Caren Pistorius, Michael Cera, Brad Garrett, Holland Taylor, Jeanne Tripplehorn. Origine: USA/Cile, 2018. Durata: 102′.