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Finalement – Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte

Da Venezia 81 l'ultimo film di Leolouch

Direttamente dall’81^ Mostra del cinema di Venezia, dove è stato proiettato in occasione della consegna del premio Glory to the Filmmaker a Claude Lelouch, arriva in sala Finalement – Storia di una tromba che si innamora di un pianoforte. L’ultima opera del cineasta francese di Un uomo, una donna, ottantasei primavere portate brillantemente, è una sarabanda di trovate e di personaggi, tra un divertissement d’autore e un film testamentario, ennesimo suo elogio all’amore e, stavolta, pure alle professioniste dell’amore. Al centro c’è l’avvocato Lino (un Kad Merad al meglio), che aveva tutto, famiglia, lavoro, carriera, che si è immedesimato troppo nelle storie dei suoi clienti fino a raggiungere “la follia dei sentimenti”. Una sorta di Zelig che vaga per la Francia (si passa dalla Normandia, a Mont St. Michel, Beziers o Avignone) cambiando identità, adeguandosi ai luoghi o agli incontri o provocando scandalo, per esempio spacciandosi per prete scomunicato o per regista di film porno (dice che il suo più importante è Un uomo, tutte le donne, parafrasando il più celebre di Lelouch). Un film libero, folle e anarchico, guidato dal motto del protagonista “Meglio avere delle noie che annoiarsi”. Lino è un uomo in fuga da una famiglia convenzionale, un viaggiatore sui generis, si muove in autostop per non lasciar tracce, dorme in luoghi di fortuna e lascia assegni cospicui a chi lo aiuta. È un film fatto di incontri, tra il profano e il sacro, come i quattro pellegrini sul cammino di Santiago o Gesù e gli apostoli, Giuda compreso. Un film senza regole, come gli improvvisi mal di testa del protagonista e il suo bizzarro disturbo tempo-frontale, detto follia dei sentimenti. La costante è l’amore, anche nella terza età e non a caso ci sono ampi riferimenti all’eastwoodiano I ponti di Madison County, motore da sempre del cinema di Lelouch, oltre alla musica ancora una volta centrale nelle sue opere. Così Lino suona da dilettante la tromba e incontra in una fattoria la contadina Manon, che si diletta con il pianoforte (da qui il sottotitolo italiano) e ama il film di Jean Renoir La grande illusione. Mentre la figlia dell’avvocato, Barbara (Barbara Pravi), compone canzoni che danno quasi al lungometraggio la forma di un musical. Oltre alla prova di Merad, che si trova sempre a suo agio quando c’è di mezzo la musica (per esempio La melodie di Rachid Hami), da citare le presenze Sandrine Bonnaire, Elsa Zylberstein, Françoise Gillard e Michel Boujenah. Qua e là spuntano fotografie dell’attore Lino Ventura (il nome del protagonista è una chiara dedica) fino allo spezzone del film che Lelouch e Ventura fecero insieme nel 1972, L’avventura è l’avventura. Finalement è un film ironico ma serio, una commedia scanzonata e profonda e in qualche modo liberatoria, un nuovo tassello di una filmografia originale e sempre stimolante, di un autore che gioca con temi importanti fino alla fine. Una pellicola per chi ama il cinema non già preconfezionato da riscaldare al momento.

Nicola Falcinella

Finalement

Regia: Claude Lelouch. Sceneggiatura: Claude Lelouch. Montaggio: Stéphane Mazalaigue. Musiche: Ibrahim Maalouf. Interpreti: Kad Merad, Sandrine Bonnaire, Françoise Fabian, Elsa Zylberstein, Victor Meutelet, Clémentine Célarié, François Morel. Origine: Francia, 2024. Durata: 127′.

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