Si è chiusa l’edizione 2016 di Filmmaker, Festival internazionale di cinema di milano. Kermesse in costante crescita, Filmmaker ha animato la città meneghina dal 25 novembre al 4 dicembre con proiezioni, convegni, incontri con autori.
La giuria del concorso internazionale, composta da Alberto Fasulo, Giovanni La Varra, Fabio Vittorini, ha assegnato il primo premio di 3.000 euro a Die Getrautem/The Dreamed Ones di Ruth Beckermann, con la seguente motivazione: per la meraviglia di vedere Paul e Ingeborg che si incarnano nei due attori, per aver usato l’ampio carteggio come una cava compiendo un’estrazione selettiva e mirata e per aver costruito in maniera calibratissima il rapporto tra la presenza fisica della parola e la virtualità della Storia con la S maiuscola. Ne emerge un duello amoroso e intellettuale intenso e non privo di asprezze che appassiona e convince.
Il secondo premio è andato a The Illinois Parables di Deborah Stratman: per la compiutezza di una struttura episodica che si ricompone in una forma coerente, restituendo un paesaggio sociale e geografico stratificato. Inoltre risulta particolarmente efficace l’utilizzo di un repertorio eterogeneo combinato con il materiale girato.
Il Concorso Prospettive se lo è aggiudicato Sopra il fiume di Vannina Lappa: la regista riesce a rappresentare le contraddizioni di una comunità locale divisa tra le frustrazioni del presente e le attese di un futuro incerto, mostrando in maniera vivida il progressivo sfaldamento delle aspirazioni individuali dei protagonisti. Pur aderendo allo spirito del cinema documentario, il film è capace di usare registri diversi contaminando la serietà del tema con toni a volta da commedia e restituendo allo spettatore una realtà periferica che assume però un valore universale di testimonianza sulle trasformazioni sociali in atto in intere zone del paese.
Secondo premio a I compagni sconosciuti di Lorenzo Apolli.
Premio Movie People a Le porte del paradiso di Guido Nicolas Zingari: il regista rappresenta in maniera sensibile, efficace e approfondita il microcosmo di potentati locali e sovrastrutture che determinano la vita quotidiana e la crescita culturale di un gruppo di bambini di una piccola comunità rurale in Senegal. Mettendo a nudo i meccanismi di cooptazione all’interno delle correnti del tradizionalismo islamico e senza mai perdere di vista la profonda umanità dei suoi protagonisti, il film ci conduce nella sfera delle più intime attese dei personaggi nel momento cruciale dell’apprendimento scolastico coranico.
@redazione