Fino a qualche anno fa di nuovi festival del cortometraggio ne spuntavano ovunque. Non c’era biblioteca che non ne organizzasse uno, magari piccolo e rionale, altre volte con ambizioni di crescita e di più nobile collocazione, alla ricerca della monosala cittadina. Una – due – tre edizioni al massimo. Poi, nel piccolo, i problemi dei festival più grandi: la mancanza di fondi (istituzionali e privati), l’impossibilità di reggere con la sola passione dei volontari, la conseguente invisibilità mediatica. Rassegne storiche hanno abdicato o si sono ridimensionate, sottraendo soprattutto a registi in erba di godere di spazi e tempi per misurare le proprie aspirazioni, sviluppare acerbe poetiche, osservarsi osservando le risposte di un pubblico giovane e sedotto dallo spettacolo del cinema corto.
Anche Cortisonici ha presentato questa decima edizione come l’ultima tappa di un percorso che ha visto in questi anni affluenze impensabili per le sale italiane, riempiendo le 500 poltrone del Cinema Nuovo di Varese e registrando il pieno anche negli altri luoghi festivalieri. Un annuncio che potrebbe non essere definitivo, perché si sa che le cose possono cambiare e trasformare quindi l’ultima fermata in un luogo di riposo intermedio, approdo dove prendere fiato e generare idee nuove nell’attesa di scenari comunque in mutazione. Edizione di addio? Così fosse la redazione di Cinequanon online è pronta a seguirne gli ultimi fuochi con giornalieri, speciali, videointerviste; inventandosi magari l’epitaffio prima dell’ultima santa benedizione. Dopo: il piacere dell’attesa resurrezione. Prima o poi.
a.l.