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DILILI a Parigi

dilili-in-parisEsce al cinema Dilili il nuovo film di Michel Ocelot, il celebre regista di animazione francese autore di Kirikù e la strega Karabà e di Azur e Asmar. Il film è stato presentato per la prima volta al Festival di San Sebastian e successivamente alla Festa del Cinema di Roma. Agli ultimi Premi César, i David francesi, si è aggiudicato il premio come miglior film d’animazione.
Primi del ‘900, Dilili è una piccola ragazzina con la pelle troppo chiara per gli abitanti della Nuova Caledonia e troppo scura per i francesi. Attraverso il suo sguardo innocente faremo un viaggio nella Parigi della Belle Èpoque alla ricerca dei Maschi Maestri, una banda di malfattori che terrorizza la Ville Lumière, svaligiando le gioiellerie e rapendo le bambine. Dilili sarà accompagnata dal fattorino Orel e conoscerà tutte le figure più importanti del periodo: al dilili2Moulin Rouge incontreremo così Toulouse Lautrec e Edgar Degas, faremo visita a Marcel Proust non ancora diventato un famoso scrittore, ascolteremo Satie suonare in un locale scalcagnato, ammireremo la divina attrice Sarah Bernhardt, lungo la campagna parigina vedremo le ninfee di Monet e i dipinti di Renoir, non potranno mancare neanche le sculture di Rodin e di Camille Claudel, un giovane Picasso si farà sempre notare, ma vedremo con ammirazione anche i manifesti di Mucha e le scoperte scientifiche di Marie Curie, infine ci affacceremo dall’alto della Tour Eiffel appena costruita e voleremo a bordo di un dirigibile progettato da Ferdinand Von Zeppelin.
Ocelot ci affascina mostrandoci questo universo coloratissimo e magico della Belle Èpoque parigina, con la sua animazione ci fa immergere nel paesaggio della capitale francese e ci fa ammirare anche lo sguardo della ragazzina che non teme mai il confronto con i tanti personaggi illustri chiamati a raccolta. Ci viene restituita così un’incredibile fantasia animata che si mescola con immagini reali di Parigi, in questo modo anche lo spettatore più piccolo guarderà il mondo con la stessa meraviglia dello sguardo di Dilili. Il regista francese riesce a fondere così un’immaginazione galoppante con un chiaro intento educativo, infatti nella narrazione si leggono anche questioni fondamentali dei nostri tempi: emerge un discorso evidentemente femminista sulla parità tra l’uomo e la donna, una dolorosa critica alle donne velate che guarda all’islamismo, e poi la ragazzina con la sua pelle scura ci porta a un ovvio ragionamento sul colonialismo francese e sul razzismo tanto attuale.


Tanta, forse troppa carne al fuoco per un unico film, la troppa semplicità annacqua sicuramente nei discorsi che sono sicuramente più complessi. Sullo sfondo però c’è il potere della cultura che ci fa rivivere la capitale francese come non accadeva da molto tempo, esplorandola in ogni luogo, letteralmente dalle fogne fino al meraviglioso cielo che si staglia sopra la Torre Eiffel.

Claudio Casazza

 

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