“A Giffoni si sogna, si pensa e si realizza”, con queste parole il direttore Claudio Gubitosi (fondatore del festival) dà il benvenuto ai giurati della quarantaseiesima edizione del GFF, presentando con orgoglio la Multimedia Valley, luogo che si prospetta un polo d’incontro per giovani creativi che avranno a disposizione strutture moderne e tecnologie avanzate per realizzare le loro aspirazioni in campo cinematografico.
Il discorso di apertura si arricchisce poi dell’intervento del governatore della regione Campania Vincenzo De Luca che non può non rivolgere un pensiero alla città di Nizza, teatro dell’atroce attentato che ha coinvolto numerosissimi innocenti nella notte precedente l’inizio della manifestazione: “Rispondiamo con la cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità, eventi come Giffoni sono la risposta alla violenza dei terroristi”. E stringendosi alla comunità francese presente al festival, questo Giffoni si carica di un significato più profondo, portando con sé la consapevolezza che con la cultura e la bellezza si può contrastare l’odio.
La pioggia che cade sulla cittadella contribuisce a creare un clima di spensieratezza; i giurati formano convogli di ombrelli e ridendo dell’assurdità della situazione condividono ripari di fortuna, iniziando già a creare quel clima di unione che caratterizza questo luogo. I giurati delle edizioni passate cercano tra la folla le vecchie conoscenze e i nuovi partecipanti vengono accolti con un sorriso. Le prime risate risuonano nell’aria e paiono scacciare le nuvole che lasciano spazio al cielo azzurro.
Ed è con un rinnovato sole che Giffoni entra nel suo vivo. I giurati prendono posto in sala Truffaut (il cinema destinato delle proiezioni dei film della categoria +16 e teatro delle interviste agli ospiti) per incontrare prima Valerio Mastrandrea e poi Alessandro Borghi. Mastrandrea (vincitore di 3 David di Donatello) prende subito in simpatia i ragazzi, che trovano in lui una figura dall’opinione personale molto interessante, così fanno domande su temi di attualità come il pregiudizio, l’omosessualità, l’immigrazione e l’influenza della tecnologia sulla vita di oggi (temi trattati nel film Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, che lo vede tra i protagonisti) e lui risponde con parole di obbiettività e speranza. Quando poi gli viene chiesto del suo lavoro, l’animo apparentemente di ghiaccio dell’attore sembra sciogliersi un po’ dando spazio a pensieri molto profondi: “il bello del nostro lavoro è il poter indossare una maschera, l’importante è non vederne una quando ti specchi” – e dice spiritosamente – “questa segnatela che è importante quando muoio”, mantenendo quella serietà che provoca le risate dei giurati.
Esce poi sulle note della colonna sonora di Eyes Wide Shut di Kubrick (inno storico del festival), lasciando il posto all’affascinante (“stupendo” non è abbastanza per descrivere cotanta beltà) Alessandro Borghi, la cui entrata provoca gli applausi dei giurati e qualche svenimento tra le giurate sparse per la sala. Il giovane talento del cinema italiano, che in pochi anni ha preso parte a film come Suburra di Stefano Solina e Non essere cattivo, recitando al fianco dello stesso Valerio Mastrandrea e di Luca Marinelli (atteso a Giffoni per il 20 luglio), sorride alla platea e fa i complimenti per le articolate domande che ancora una volta rispecchiano la preparazione e l’interesse della giuria nei confronti dell’ospite e del mondo del cinema. “l’importante è che ad un certo punto della vostra vita sentiate la necessità di uscire dalla vostra comfort zone, perché crescete di più ogni passo che mettete fuori da questa” – afferma quando interpellato sul significato del tema di quest’anno: Destinazioni.
La serata offre poi l’anteprima del sospiratissimo film d’animazione Alla ricerca di Dory della Pixar, sequel del film vincitore di un premio Oscar nell’edizione del 2004 Alla ricerca di Nemo. I commenti all’uscita della sala sono stati positivi sia da parte dei piccoli, che hanno avuto modo di visionare un film d’animazione che mantiene la dolcezza e la profondità del primo, che da parte dei più grandi, che colti dalla nostalgia si lasciano andare alla commozione.
E così le navette ripartono dalla cittadella del cinema con a bordo i giurati, la destinazione? Una bella meritatissima dormita, e come dice l’amatissimo vicedirettore, in fondo mancano solo 11 giorni alla fine del festival.
dal festival di Giffoni, Licia Casalini