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David di Donatello 2024: il trionfo di Io capitano e C’è ancora domani

Un testa a testa tra Paola Cortellesi e Matteo Garrone

La serata si apre in una sala buia, ma non una qualunque. Ci troviamo negli Studi di Cinecittà, presso il leggendario Teatro 5: casa elettiva di Federico Fellini, qui si è fatta la storia del suo cinema, che è anche la storia del cinema italiano. È proprio la voce del regista a inaugurare la 69° edizione dei Premi David di Donatello, accompagnata dalla coreografia circense di Luca Tommasini. La voce di Mahmood con il brano Tuta Gold incornicia la scena, in una suggestiva commistione tra passato e presente.
Un’edizione, quella di quest’anno, che si presenta fin da subito movimentata. Non una scelta casuale, dunque, quella di privilegiare una “narrazione diffusa” tra gli iconici studi della cittadella. A rubare la scena al grande protagonista, sono due piccoli gioielli: il residential stage del Teatro 14, un unico set che racchiude cinque ambientazioni, e il volume stage del Teatro 18, uno dei più grandi d’Europa adibito alla produzione virtuale.
Senza privarci di sorprese, momenti toccanti e altrettanti di puro intrattenimento, la serata ci accompagna lungo un emozionante percorso di premiazione. Di seguito, ripercorreremo nel dettaglio i vincitori presentandoli in ordine d’apparizione.

Paola Cortellesi e il cast di C’è ancora domani

Si inizia con il David dello spettatore, assegnato al film C’è ancora domani di Paola Cortellesi. Una vittoria annunciata, ma non per questo meno significativa. Dice la Cortellesi “Non mi piace chi considera gli spettatori una massa indistinta di estranei, in cerca di semplificazioni: gli spettatori siamo noi… grazie ai 5 milioni di persone che hanno compiuto il gesto eroico di uscire di casa… scegliere proprio questo film e fidarsi di ciò che avevo da proporre loro”.
Il premio come Miglior attrice non protagonista è di Emanuela Fanelli, per C’è ancora domani. “Il grazie più grande va a Paola Cortellesi… grazie con tutto il cuore per aver voluto che la tua Marisa fossi io”, commenta la Fanelli incredula per la vittoria.
Va invece a Elio Germano per Palazzina Laf di Michele Riondino il premio come Miglior attore non protagonista. Nei ringraziamenti, Germano dedica un pensiero speciale a Taranto: “una città meravigliosa, violentata dal profitto altrui”, ricordando che “forse i film non riescono a cambiare le cose ma magari a farcele guardare”.
Il premio per la Miglior sceneggiatura originale va a Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi per C’è ancora domani, un film “sulle donne, per le donne” sottolinea Andreotti.

Molto toccante è l’assegnazione del David Speciale a Vincenzo Mollica per “il suo stile garbato, l’empatia e la sua arte dell’intervista [che] sono da decenni un esempio unico di comunicazione e racconto del mondo dello spettacolo… un maestro che sa parlare agli addetti ai lavori come al pubblico… conosciuto e apprezzato… grazie al suo grande cuore”. Storico giornalista del cinema e grande amico di Fellini, come lui stesso ama raccontare, Mollica ricorda l’importanza della passione, della curiosità e del saper ascoltare.

Elio Germano e Michele Riondino

Spostandoci nel Teatro 14, il premio per la Miglior scenografia va a Andrea Castorina e Valeria Vecellio (arredamento), mentre il premio per i Migliori costumi è di Sergio Ballo e Daria Calvelli, entrambi per il film Rapito di Marco Bellocchio.
Il primo David alla carriera viene assegnato a Giorgio Moroder, uno dei compositori più innovativi e influenti al mondo, considerato non a torto l’inventore della disco music. Alla domanda “Quale sarà il suono del futuro?” Moroder risponde “L’ho già fatto”.
A seguire, va a Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli il premio per la Miglior sceneggiatura non originale, per il film Rapito. Bellocchio si dice “moderatamente soddisfatto” della vittoria, augurandosi “di avere ancora per qualche anno la mente a posto per fare altri film”.
Il premio per il Miglior esordio alla regia è di Paola Cortellesi. Ad annunciare il David è il regista Premio Oscar Paolo Sorrentino, per l’occasione ospite della serata. La regista vince il David anche come Migliore attrice protagonista. La Cortellesi commenta ironica “ci sono sempre i soliti, sempre le stesse facce” come ad anticipare i commenti che verranno fatti alla serata.
Il David per il Miglior attore protagonista è vinto da Michele Riondino per il film Palazzina Laf. Ricordando nuovamente la Puglia e, in particolare, Taranto Riondino racconta che “noi siamo cresciuti con l’idea che non c’è altro destino che non l’acciaieria… [ma] nel nostro piccolo possiamo fare anche a meno della fabbrica se si sviluppano altre prospettive: il cinema è un’altra prospettiva”.

La Migliore canzone originale è quella di Diodato, La mia Terra, ancora per il film Palazzina Laf.
Al Teatro 18, invece, il Migliore autore della Fotografia è Paolo Carnera per Io capitano di Matteo Garrone. Con il medesimo film, Marco Spoletini si aggiudica il premio per il Miglior montaggio.
Laggiù qualcuno mi ama di Mario Martone vince il Premio David Cecilia Mangini per il Miglior documentario.
Il secondo, e ultimo, David alla carriera è di Milena Vukotic, attrice che ha lavorato al fianco di alcuni dei più grandi registi della storia: Scola, Monicelli, Fellini e Buñuel per non citarne che alcuni. La Vukotic si dice grata non solo per il premio ricevuto ma anche della vita, che “qualche volta ci fa qualche dono così eccezionale”.

Nel volume stage, Enrico Iacoponi e Alberta Giuliani vincono, rispettivamente, i premi per il Miglior Trucco e per la Migliore acconciatura. Tutt’e due hanno lavorato in Rapito.
“C’è ancora” C’è ancora domani a vincere il David Giovani, con la speranza che “i ragazzi continuino ad andare al cinema” e che possano ricevere a scuola (e non soltanto) quell’educazione all’affettività di cui il film certamente testimonia la necessità.
Il premio per il Miglior compositore va ai Subsonica per il film Adagio di Stefano Sollima.

Il David per la Miglior Regia è vinto da Matteo Garrone con il film Io Capitano. Il regista ricorda che “questo film… dal primo momento nasce dall’idea di ascoltare le storie di chi si solito non viene ascoltato e soprattutto di raccontare tutta quella parte di viaggio che di solito non viene vista”. Garrone prosegue sottolineando l’importanza del confronto con coloro che hanno davvero vissuto, sulla loro pelle, quella che è da lui definita “un’odissea contemporanea”.
I premi per il Miglior produttore, i Migliori effetti visivi – VFX e il Miglior Suono sono tutti assegnati al film Io capitano.

Ricordiamo anche il David per il Miglior Cortometraggio che va a The Meatseller di Margherita Giusti e quello per il Miglior film internazionale, assegnato a Anatomie d’une chute (Anatomia di una caduta) di Justine Triet.
Infine, il tanto atteso David per il Miglior film del 2024 è vinto da Io capitano di Garrone, che si augura “che questo premio così importante possa aiutare il film a ritornare nelle sale e a essere visto ancora”. Il discorso si conclude con una speranza, ovvero che questa vittoria possa mettere l’Europa di fronte alle proprie responsabilità e a quelle che sono le quotidiane tragedie vissute dai migranti, di cui il film rappresenta una potente testimonianza.

Si conclude così la 69° edizione dei David di Donatello, che ha visto il trionfo dell’esordiente Paola Cortellesi con C’è ancora domani e del regista Matteo Garrone con Io capitano. Due film che, seppur con le loro diversità e peculiarità, sono oggi di cruciale importanza in quella che dovrebbe essere una generale riflessione sulla nostra realtà quotidiana, e non soltanto.
Come postilla, si vuole dedicare un pensiero anche a La chimera di Alice Rohrwacher, purtroppo privo di premi ma comunque meritevole di visione.

Penelope Beltrani

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