In concorso per la compétition officielle, Netemo Sametemo di Ryusuke Hamaguchi è l’adattamento cinematografico del romanzo di Tomoka Shibasaki, Asako I & II. Asako è una ragazza insicura ma impulsiva, che, abbandonata dal giovane uomo da lei tanto amato, Baku, lascia Osaka e si trasferisce a Tokyo. Qui, due anni dopo, conosce, per il fortuito volere della sorte, Ryohei, un ragazzo fisicamente identico al suo primo amore, che non ha mai dimenticato. I due danno inizio ad una relazione sentimentale, che viene bruscamente interrotta dalla ricomparsa improvvisa di Baku. Asako, tormentata dal violento scontro tra passato e presente, è costretta a fare una scelta. Due le città, due gli uomini che amano e sono amati da Asako. Il numero due ritorna, associato al tema del doppio. Colori freddi e dolci primi piani sul viso, a volte impassibile a volte sorridente, di Asako caratterizzano il film, giocato sul dilemma della protagonista, spaventata dalla necessità di scegliere. Questa esigenza pone più volte Asako di fronte al rischio: lasciarsi coinvolgere dalla travolgente passione di un ricordo o approdare nella rincuorante sicurezza di un amore più concreto? Il convenzionale triangolo amoroso, di cui Baku e Ryohei costituiscono i vertici, diventa una retta, in cui gli opposti coincidono, da un lato perché i due ragazzi sono identici fisicamente, dall’altro perché antitetici caratterialmente. Asako rappresenta il punto che si trova ad oscillare tra un estremo e l’altro, combattuta tra il suo unico amore, il bellissimo e volubile Baku, e il gentile e protettivo Ryohei. Il coinvolgimento emotivo, da cui il pubblico viene trascinato, richiama una cornice di immagini e melodie ricorrenti, in cui i veri protagonisti sono gli occhi appassionati e penetranti di Asako. Il film, con grande semplicità, presenta la follia dell’amore nelle sue sfumature: da un lato tormentato e instabile, dall’altro duraturo. Sono proprio queste due facce che fanno nascere in sala sentimenti contrastanti, creando nel pubblico aspettative differenti.
Dopo la menzione speciale riportata al Festival di Locarno con Happy Hour, Ryūsuke Hamaguchi tenta di conquistare la Palma d’Oro con Netemo Sametemo (“Anche se mi svegli”), trasposizione cinematografica del romanzo Asako 1 e 2. Il film tratta della tormentata vita amorosa di Asako (Erika Karata), 21enne di Osaka. Il suo primo amore è un colpo di fulmine folgorante: un bellissimo ragazzo suo coetaneo, Baku (Masahiro Higashide).Tutto sembra andare per il meglio, ma dopo sei mesi il giovane sparisce nel nulla. Due anni dopo Asako lavora in una caffetteria a Tokyo, di fianco all’ufficio di Riohei, sosia di Baku, ma dal carattere totalmente opposto. Inevitabilmente tra i due scocca un amore puro e sincero, che dura però fino al ritorno di Baku, che sconvolgerà di nuovo la vita di Asako. Il ritmo lento e i dialoghi a metà tra il banale e lo stucchevole accompagnano lo spettatore per tutta la durata del film e i colpi di scena che dovrebbero sorprendere e contribuire a rendere più avvincente la trama risultano, invece, solo un’ulteriore aggiunta di cliché triti e ritriti e altamente prevedibili. Il lungometraggio richiama la cultura manga giapponese per le inquadrature semplici ma efficaci, tutte incentrate sui protagonisti e quasi mai sugli ambienti. Difatti sono da ricercarsi proprio nelle immagini i contenuti impliciti del film, che di per sé lascia poco spazio all’immaginazione e all’interpretazione anche per la superficialità delle tematiche affrontate, come, ad esempio, la difficoltà della protagonista nel tagliare i ponti con l’amore impulsivo e passionale provato da giovane.
Garçons de Cannes