Tra il Vecchio Continente e l’Africa coloniale del XIX secolo è ambientato il medio-metraggio d’animazione Ce Magnifique Gâteau. Delle marionette in feltro estremamente espressive interpretano i protagonisti di cinque storie: un re di un fantomatico Stato europeo angosciato da incubi e desideri di conquista; un pigmeo che lavora in un hotel di lusso; un ricco ex pasticcere del Vecchio Continente in fuga dalla sua attività e dalla sua famiglia; un facchino africano disorientato e un giovane che diserta dall’esercito del re protagonista del primo racconto. I due registi Emma de Swaef e Marc James Roels presentano della condizione sociale dell’epoca un ritratto, per quanto surrealista e fantastico (con tanto di morti macabre e storie d’amore improbabili), estremamente fedele e cinico; in particolare, è sottolineato il peso della piramide sociale per cui ogni gradino è schiacciato da quelli sovrastanti. Alla comparsa dei titoli di coda espressioni confuse prendono il posto degli abituali applausi e l’iniziale perplessità si risolve nell’immagine di un’Africa rappresentata come una torta (il magnifico “gâteau”) da spartirsi in fette tra le potenze europee.
Garçons de Cannes
(Versione inglese)
What a wonderful cake!
The medium length animation Ce Magnifique Gâteau is set between the old world and the 19th-century colonial Africa. The felt marionettes, protagonists of the five stories, are extremely expressive and eloquent in their silence. The viewers are presented with sketches of a king of an unreal European state anguished by nightmares and the desires of conquest, a young soldier who deserts the king’s army, a pigmy who works in a luxurious hotel, a rich former baker who drops his job and leaves his family and a disoriented African porter. The two directors, Emma de Swaef and Mark James Roels, paint a picture of the 19th century’s social conditions. Although surrealistic and fantastic (with lots of macabre deaths and impossible love stories) it presents an extremely faithful but cynical portrait of European colonialism, in particular, it underlines the weight of the social pyramid where each rung is crushed by the one above.
When the end credits appear, the spectators’ baffled expressions and silence precede some sparse applauses.