Sarà trasmesso stanotte all’interno di Fuori orario su RaiTre La veduta luminosa di Fabrizio Ferraro, presentato nei giorni scorsi nella sezione Forum degli indipendenti del 71° Festival di Berlino. Il signor Emmer (il nome richiama non casualmente quello di Luciano, regista tra l’altro di Domenica d’agosto, Le ragazze di Piazza di Spagna e Terza liceo) è un regista che non dà sue notizie da tempo. È ritrovato a Roma da Catarina, assistente di un produttore anch’egli assente, e insieme partono verso Tubinga, per preparare un progetto di film sul poeta Friedrich Hӧlderlin. La trama di questa nuova opera di Ferraro (noto per Gli indesiderati d’Europa e Checkpoint Berlin) è semplice, ma ciò che conta è il suo svolgersi. Nella prima parte del film si fatica a orientarsi, l’autore fornisce poche informazioni, non succede molto, è difficile trovare il filo. Intanto i due partono in auto verso nord, percorrono l’autostrada, compiono delle soste, l’incomunicabilità tra loro cresce, la tensione pure, sono due estranei che si sopportano a fatica. Egli è concentrato su se stesso e la sua ricerca, parla a bassa voce, fa discorsi filosofici in apparenza sconclusionati, si esprime per mezze frasi; l’assistente è abituata a rapporti professionali diversi. Il viaggio non procede secondo i piani e, attraversando la Foresta nera, Emmer decide di incamminarsi nella foresta, seguito da Catarina che trascina faticosamente e noiosamente il trolley. La giovane finirà con il restare indietro, lasciando solo il regista chiuso nel suo mondo inseguendo un’ispirazione. Così l’uomo finirà con il perdersi nel bosco e nella natura, immedesimandosi completamente con il letterato e con la sua essenza. È in questa fase che La veduta luminosa trova la sua dimensione e si apre e diventa compiuto e interessante, nell’immedesimazione tra la forma del film e ritmo delle immagini e la vocazione del poeta della natura. Ed Emmer camminando si perde e impazzisce come il suo ispiratore. Resta un film ermetico, che fornisce elementi e indizi per i quali bisogna conoscere un po’ il poeta, come quando cita Scardanelli, che era il nome con cui spesso si firmava l’Hӧlderlin impazzito dell’ultimo periodo della sua vita. E non può che chiudere con i versi del poeta tedesco: “Questa terra di dolore! E nuda! Che io volevo rivestire con i boschi sacri…”. Una pellicola per spettatori pazienti e curiosi, che cerca la poesia senza mostrarsi poetica a tutti i costi, come se fosse scritta in versi aspri.
Nicola Falcinella
La veduta luminosa
Regia, sceneggiatura, fotografia e montaggio: Fabrizio Ferraro. Interpreti: Alessandro Carlini, Catarina Wallenstein, Freddy Paul Grunert. Origine: Italia/Spagna, 2021. Durata: 88′.