Pordenone Docs Fest- Day #4
Giornata piovosa a Pordenone. La mattinata si apre attraverso la ricerca di Gloria, liceale di 17 anni di madre camerunense e padre ebreo italiano, che rinviene la testimonianza della nonna Elena, prigioniera in un campo di sterminio nazista. Da qui parte un viaggio alla scoperta delle proprie radici e identità. Presenti in sala a presentare il film Gloria – Kavod le giovanissime Gloria Napolitano e l’amica Zoe, insieme agli sceneggiatori Giusi Marchetta e Massimiliano Coccia. Quest’ultimo, noto podcaster italiano e conduttore della rassegna stampa giornaliera Quarto Potere, prosegue l’incontro con un viaggio nei maccanismi che regolano questo nuovo medium tanto di successo. Tra mito e forza della tradizione orale, Massimiliano ci illustra i meccanismi insiti nell’uomo e di come il podcast abbia la potenza di attivare e stimolare la nostra intelligenza emotiva. Fare un podcast, spiega, non è come tenere una trasmissione radiofonica, ha il suo linguaggio codificato che si basa sui principi della narrazione orale e parte da una vocalità interiore. Il podcast diviene così un mezzo di riscoperta del nostro io interiore.
Due film fuori dal coro si susseguono nel mio pomeriggio al festival: F@ck this job di Vera Krichevskaya e Once upon a time in Uganda di Cathryne Czubek. Il primo racconta l’odissea dell’eccentrica Natasha Sindeeva, giovane imprenditrice russa che nel 2008 fonda a Mosca Dozhd TV (canale della pioggia) che ben presto diventerà avamposto di una informazione libera condotta da giornalisti di opposizione alla televisione di regime e in difesa dei diritti delle minoranze. Natasha non poteva mai immaginare la portata che avrebbe preso il suo progetto e ben presto si scontrerà con attacchi governativi e difficoltà di finanziamento del suo progetto. La regista Vera, presente in sala, ci racconta di come questo vessillo della comunicazione libera abbia dovuto chiudere forzatamente i battenti con lo scoppio del conflitto Russia-Ucraina. Vera si dimostra molto scossa nel racconto degli ultimi risvolti in Russia, dove la comunicazione è ora sotto il controllo totale dello stato che ha messo veto anche a piattaforme come Facebook, Twitter e Instagram e che si avvia verso l’oscuramento anche di Google e YouTube. Ci racconta della frustrazione dei giovani russi, impotenti davanti alla censura di Stato e desiderosi di cambiamento. Se da una parte è vero che la maggioranza degli elettori è pro Putin e per l’intervento in Ucraina, dall’altra parte Vera sottolinea che il 70% di questi è over 60. Il desiderio di cambiamento giovanile non riesce quindi a prendere spazio in un Paese anziano e repressivo.
Il secondo, racconta il mondo di Wakaliwood, studios degli incredibili film d’azione dell’eccentrico Isaac Nabwana, battezzato il “Tarantino africano”. La storia di un incontro tra due uomini che provengono da parti opposte del mondo e coltivano entrambi la passione per Chuck Norris e i film di Bruce Lee. Da una parte Isaac che con sua moglie Harriet inventa un’industria del cinema in Uganda partendo dal piccolo villaggio di Wakaliga, dall’altra Alan Hofmanis, direttore di programmazione festival e produttore statunitense che lascia tutto dopo aver visto il trailer di Who Killed Captain Alex e incontrare Isaac. Tra i due inizierà un sodalizio formidabile che porterà i film della alla s ad essere apprezzati e riconosciuti in tutto il mondo. In diretta dall’Uganda, Isaac, insieme alla moglie e i tre figli, ci salutano con affetto promettendo a Cinemazero un tour in Italia, ma a una sola condizione chiede Isaac: “dovete portarmi nel paese di nascita di Bud Spencer”!
Da Pordenone, Samuele P. Perrotta
Fotografie originali dell’autore
Foto in copertina di ©CinemaZero