Navajazo del messicano Ricardo Silva, in concorso Cineasti del presente è un film documentario che pone filtri di fronte alla realtà di Tijuana, una tra le città di frontiera tra Messico e Usa, attorno alla quale si sono costruite le leggende più varie. Talvolta anche con romanticismo, tequila, sexo y marijuana. Malavita, ma anche libertà. Questo documentario presenta una realtà ben diversa, presenta la realtà più cruda e degradata. Il romanticismo non trova casa. Qui c’è gente che si picchia, che si droga, che drogandosi si fa fare un pompino da una prostituta che poco prima si era fatta di crack. C’è il regista di film porno che cerca di rappresentare l’amore. C’è un vedovo, anziano e solo, che crede che nei giocattoli ci sia parte della defunta moglie e li colleziona ossessivamente. C’è disperazione, degrado, malinconia. C’è sporco, c’è morte, c’è che a Tijuana tutto di deposita e resta lì a marcire. Navajazo é un film potente, disturbante, fastidioso e senza luce. É una realtà che si avrebbe voglia di non conoscere.
Passiamo al concorso internazionale dei Pardi di Domani dove sono stati presentati 4 cortometraggi, uno dei quali non siamo riusciti a seguire. Matka Ziemia racconta delle doti sovrannaturali di un ragazzino, troppo sensibile per macellare un maiale, ma dotato della capacità di guarire ogni essere vivente. Un corto commovente e ben fatto. Muerte Bianca ricostruisce una vicenda accaduta in Cile dove 44 persone morirono a causa di una tormenta. Con metodo sperimentale e l’aggiunta di fotogrammi di animazione, il corto vuole trasmettere più che la storia di quanto accaduto, le emozioni di chi ne è rimasto vittima. Interessante. Pussy have the Power é un corto molto divertente, ma non solo, in cui un gruppo di ragazze creano una motivo techno con lo scopo di promuovere la cultura femminista. I problemi si creano quando un uomo vorrebbe aiutare a rendere quel motivo ancora più accattivante. Colori e musica.
Nel concorso Cineasti del Presente era in programma They Chased Me Through Arizona. A dispetto del titolo si tratta di un lungometraggio polacco che racconta l’incomunicabilità. Ci sono un uomo e una donna il cui matrimonio é in crisi e ci sono da smantellare le ultime cabine telefoniche, ora che la rete cellulare ha fatto fallire l’ultima società gestrice di quel servizio. Ci sono due uomini che girano per la campagna per eseguire questo incarico e anche tra loro la comunicazione é interrotta. Il ritmo è lento, i dialoghi pochi, ma tutto é funzionale al tema del film, e il finale é poetico. Nonostante un po’ di fatica per lo spettatore (molti in sala non hanno retto e sono usciti prima), il giudizio non può che essere positivo.
da Locarno, Alessandro Barbero