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Cronache da Locarno 65: martedì 7 agosto

Nella sezione Concorso Internazionale è il giorno di un film americano molto curioso Starlet. La giovane ed esuberante Jane vive una vita caotica e precaria con i suoi amici Melissa e Mikey. I giorni passano tutti uguali tra un videogioco ed una fumatina di marjuana, finché Jane non decide di comprare nuovi mobili nei mercatini delle pulci. Nel giardino dell’anziana Sadie, Jane acquista un termos che si rivela pieno di denaro. Incerta tra la voglia di spendere i soldi e la volontà di restituirli, Jane comincia a frequentare l’anziana Sadie, creando un sodalizio pieno di sorprese. La loro amicizia è accompagnata dall’affetto che le due donne nutrono per il cagnolino Starlet, unico vero amico di Jane. Il film di Sean Baker, nonostante la trama non particolarmente originale, si struttura su un percorso in parte imprevedibile vivacizzato da attese contraddette. La giovane attrice Dree Hemingway ha freschezza e capacità di recitazione. Su di lei è incentrata tutta l’attenzione dello spettatore che impara ad adorare il suo personaggio, nonostante alcune inaspettate sorprese. Questa pellicola ha il pregio di servirsi di un’ambientazione che rispecchia totalmente la vita dei protagonisti, la desolazione della California sottolinea l’apatia e lo stato di mobilità dei personaggi, enfatizzati dell’assenza di musica extra-diegetica.

Per il Concorso Cineasti del Presente è stata proposta una piccola chicca del cinema israeliano. Not in Tel Aviv di Nony Geffen racconta la storia sopra le righe di un professore di liceo che nel giro di pochi giorni diventa un pericoloso criminale. Rapisce una studentessa e una vecchia fidanzata, uccide la madre, litiga con un gruppo di femministe e una star del cinema. Le due ragazze rapite sembrano più che felici del nuovo stato delle cose ed instaurano ben presto una simpatica relazione a tre. Tutte le convenzioni sono distrutte e dietro la macchina da presa c’è una libertà di pensiero propria  dei giovani figli della globalizzazione, che può esprimersi solo grazie all’arte. La fotografia in bianco e nero serve proprio ad accentuare la distanza che scorre tra l’opera e la vita vera. L’apparente inadeguatezza del protagonista rafforza quest’idea. Il film risulta molto divertente ed entusiasmante, ma anche profondo e difficile. Da non perdere, nel caso trovi distribuzione italiana.

ESTRATTO DA NOT IN TEL AVIV

 

La sera in Piazza Grande, dopo la premiazione del grande produttore Milchan,  è stato proiettato il film Camille redouble della giurata Noémie Lvovsky (anche protagonista del film). Camille è un’attrice senza successo, che subisce lo sfratto dal suo ex marito e dalla sua nuova compagna incinta. Dedita all’alcool Camille è convinta che potendo cambiare il passato la sua vita migliorerebbe. La notte di capodanno viene accontentata e ritorna ai suoi sedici anni  con il suo corpo da quarantenne. Ricominciare il liceo, vivere di nuovo con i propri genitori ed affrontare di nuovo i piccoli traumi dell’adolescenza rappresentano una piacevole sfida per Camille. Ma la vera domanda è: riuscirà la nostra eroina a rinunciare al grande amore della sua vita, che l’aveva però portata al dolore infinito (il fallimento e il divorzio)? È possibile non commettere due volte gli stessi errori? Questo sembra essere l’interrogativo filosofico del film, che però si mantiene molto gradevole e divertente senza essere pesante o presuntuoso. Una commedia dal tono leggero che si inserisce perfettamente nella tradizione del cinema francese degli ultimi anni.

Da Locarno Giulia Colella

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