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Cronache da Locarno: 11 agosto

Inserito in Cineasti del Presente, Buqalamun (camaleonte) e’ un film azero che racconta della compravendita di una casa di campagna vista con gli occhi del venditore e dell’acquirente. Le due storie si sviluppano parallelamente e ciascuna delle due porta con sé la propria dose di ironia, di solitudine, di difficoltà e di povertà. Il film scorre lento ma il regista dimostra un’ottima capacità di narrare una vicenda che contiene in sé altre storie a cui si accena senza raccontarle. Un film che nelle nostre sale probabilmente non arriverà mai ma che ci ha lasciato piuttosto soddisfatti.

Due film dal Concorso Internazionale: Une autre vie Feuchtgebiete.

Une autre vie del regista francese Emmanuel Mouret non è un film. È una telenovela melensa, una accozzaglia di luoghi comuni sull’amore e l’innamoramento. Una visione insopportabile, irritante e che grida vendetta. Peccato vedere una brava attrice italiana come Jasmine Trinca, che avevamo recentemente apprezzato in Miele di Valeria Golino e in Un giorno devi andare di Diritti, impegnata in questo orrore.

feuchtgebiete-filmFeuchtgebiete di David Wnendt e’ stato definito dallo stesso Carlo Chatrian un film “bold”, estremo e, aggiungiamo noi, disturbante. Tratto dal romanzo di Charlotte Roche Zone Umide racconta le vicende di Helen, una ragazzina dal sesso facile, sperimentatrice di tutte le pratiche sessuali possibili, disinibita e sboccata. Figlia di due genitori non proprio esemplari, vive con estremo disagio la loro separazione ed è esattamente questa la chiave di lettura per vivere con più cervello la visione di questo film che non risparmia nulla, sia in termini di nudità, per la cronaca di entrambi i sessi, sia in termini di sporcizia, mestruo e vari altri liquidi corporei. D’altra parte le zone umide citate nel titolo non sono quelle amazzoniche, come facilmente si può intuire.
Detto questo  si deve anche riconoscere che tutto ha un senso. Certo, di film che raccontano il disagio adolescenziale causato da genitori sui generis ne abbiamo visti tanti (pensiamo anche a Larry Clark) e ricorrere al sesso può essere una scorciatoia piuttosto semplice. Però il romanzo ha riscosso un grande successo in Germania e l’autrice, anticonformista radicale e femminista da sempre, porta credibilità ad una vicenda che deve essere ben inquadrata. Perché altrimenti ci si fermerebbe alla superficie, troppo umida e intima per comunicare messaggi particolarmente cerebrali.

da Locarno Alessandro Barbero

Trailer Feuchtgebiete:

http://vod.pardo.ch/jpardo/perm/6800/773/OC700088_P6800_174773.mp4

Short Term 12 : concorso internazionale

short_term_12Il primo film in concorso della domenica arriva dagli USA: l’ indie movie Short Term 12 del regista  hawaiano Destin Cretton. Short term 12 è il  nome di  comunità di accoglienza per adolescenti a rischio dove lavora Grace, giovane operatrice capace di costruire solide relazioni con i ragazzi ospiti. Scopriamo il suo mondo, il rapporto con il collega e fidanzato Mason e progressivamente tutti i suoi fantasmi. L’arrivo di Jayden, una ragazza particolarmente dotata e molto chiusa, romperà il suo delicato equilibrio pregiudicando  la necessaria distanza tra chi aiuta e chi viene aiutato. Il film apre una riflessione sul tema della distanza nelle professioni sociali, ovvero quanto possiamo mettere in gioco di noi nel rapporto e quanto i dolori dell’altro riverberano nei nostri.

Short term 12 ha commosso la platea anche grazie alla performance protagonista Brie Larson, bravissima nel restituire la complessità del personaggio Grace. Forse il limite del film risiede proprio nel suo esser programmaticamente coinvolgente. Sono infatti presenti tutti gli elementi per commuovere e per tirar dentro lo spettatore nella vicenda: un gruppo di giovani disperati ma particolarmente dotati, due protagonisti bellissimi e tormentatissimi, tanto dolore che si scioglie nel finale. Insomma una bella storia ad effetto come quella raccontata da Mason a chiusura del film.

da Locarno Massimo Lazzaroni

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