Si è chiusa sabato 7 aprile l’edizione 2018 di Cortisonici – Festival di Cortometraggi che da anni apre la primavera varesina, portando al cinema centinaia di spettatori amanti del cinema in formato ridotto. Anche quest’anno tutto esaurito al Cinema Nuovo di Varese nelle serate di concorso e in quella di chiusura che ha assegnato i premi. La grande partecipazione popolare dimostra come la sala possa essere ancora un luogo di cultura e intrattenimento se l’offerta è accattivante e riesce, soprattutto, ad arrivare con le giuste modalità promozionali al pubblico più giovane, che il cinema ormai lo vede occasionalmente.
Ma veniamo ai premi assegnati dalla giuria composta da Matteo Bordone, Claudio Casazza, Sara Sagrati e Katia Visconti.
Vince il Concorso Internazionale Cortisonici 2018 A GENTLE NIGHT di Qiu Yang (Cina, 15′), con la seguente motivazione:
“rigoroso formalmente e con dei tempi cinematografici da lungometraggio, è un film apparentemente silenzioso che procede per piccoli passi ma che alla fine rompe il cuore dello spettatore. La performance dell’attrice Shuxian Li è commovente ma mai melodrammatica, alcune scene sono dolorosamente reali come quando arranca per le strade della città, spinta dall’amore e dal senso di colpa. Ma oltre che essere un gran racconto di disperazione ci trasmette l’indifferenza della società cinese che guarda più alla crescita e al benessere economico che alla vita delle persone. Infatti in Cina il numero di persone scomparse continua a crescere giorno dopo giorno. Questi numeri sono ancora più allarmanti quando si tratta di bambini che vengono rapiti dopo la scuola. A Gentle Night è perciò espressione di un cinema davvero alto, che riesce a usare la formula del cortometraggio per raccontare una storia “lunga” e profonda”.
La giuria ha poi assegnato la Menzione speciale a GAZE di Farnoosh Samadi (Iran, 14′), motivando così:
“un racconto apparentemente minimale, una donna vede il furto di un portafogli nello spazio ristretto del bus e si chiede se fare la cosa giusta o no. è il dilemma morale che molti protagonisti del cinema hanno, lo straordinario cinema iraniano ne è pieno, e la regista Farnoosh Samadi riesce a restituircelo in pieno, raccontando così uno spaccato della società in cui vive e della condizione della donna in un paese come l’Iran. Il tutto in modo incalzante e con un ritmo da grande cinema, è film capace in pochi minuti di raccontarci tantissimo”.
Premio del pubblico invece all’italiano MAGIC ALPS di Andrea Brusa, Marco Scotuzzi; mentre l’Associazione Cortisonici, organizzatrice del festival ha assegnato il Premio “Ronzinanti” all’olandese RINGO ROCKET STAR AND HIS SONG FOR JURI GAGARIN di Rene Nuijens.
Assegnati poi anche i riconoscimenti alla sezione Ragazzi del festival, quest’anno dedicata all’impegno di chi si batte contro le mafie e che aveva come sottotitolo “Tutta un’altra storia”.
Primo Premio assegnato da una giuria di studenti a Una vita in ostaggio (5’51’’ – 2018), realizzato da un gruppo di studenti dell’Isiss Don Milani Liceo Artistico di Venegono Inferiore. Questa la motivazione:
“per il profondo messaggio che la trama, coinvolgente e ben strutturata, riesce a trasmettere. E’ una storia di coraggio e determinazione, ma anche di una scelta, quella di chi decide di passare dalla parte della legalità. E’ stata in particolare apprezzata l’ambientazione del corto, che riesce ad avvicinare al nostro territorio la lotta alla mafia”.
Due le menzioni speciali. La prima a La mafia uccide “Graziella Campagna” (1’55’’ – 2018), ancora un lavoro dell’Isiss Don Milani Liceo Artistico/Venegono Inferiore, con la seguente motivazione:
“ispirandosi ad una storia vera, riesce ad evidenziarne i punti salienti e costruire un racconto intenso e originale che mostra la presenza della mafia nella quotidianità e la sua terribile violenza contro le persone innocenti”.
La seconda menzione a Vittime di paura (05’23’’ – 2018) di Sonia Garzelli, Ester Noemi Crupi, Alexandra Benati, Gianluca Parisi di Fagnano Olona, “per il ricercato espediente tecnico e cinematografico che riesce a trasmettere, attraverso suoni e musiche volutamente assordanti, l’opprimente e schiacciante natura della mafia. E’ il ritratto di una mafia invadente che incede profondamente nella quotidianità ingenua del protagonista, lasciando una libera interpretazione sul finale aperto. Degna di lode è la scelta della’ambientazione: il corto si sviluppa sul territorio locale, valorizzando l’universalità della lotta alla mafia”.
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