Per raccontare il nuovo film di Marco Simon Puccioni non si può prescindere dalla biografia della donna di cui si descrive la vita, Armida Miserere. Direttrice delle carceri più impegnative d’Italia negli anni più difficili, dedicò l’intera sua vita al lavoro e allo Stato. Lavorò nelle carceri di Voghera, Pianosa (prima della sua chiusura), all’Ucciardone di Palermo, San Vittore di Milano fino a quello di Sulmona. Era una donna dura, che imponeva il rispetto delle regole, che vedeva il carcere come un luogo di ricrescita personale ma soprattutto come luogo di punizione per il reato commesso. Credeva nella giustizia e imponeva il rispetto delle regole sia a favore che contro i carcerati. Una donna orgogliosamente forte e allo stesso tempo corretta.
Il film ne ripercorre la vita, puntando l’attenzione sull’evento che ne ha sconvolto il percorso, l’uccisione del suo compagno, Umberto Mormile, avvenuta a Milano nel 1990 ad opera della malavita organizzata. Da quel momento Armida Miserere si dedicò al lavoro e alla ricerca dei colpevoli di quel delitto. Condusse una vita solitaria e piena di dolore represso. Soltanto nel 2001 furono arrestati i colpevoli di quel delitto, ma la vita per Armida era ormai diventata senza significato, il fardello di dolore troppo pesante. Il 19 Aprile del 2003 a Sulmona, in compagnia del suo cane, circondata dalle fotografie di Umberto Mormile, la donna si sparò un colpo di pistola in testa e pose così fine ai suoi giorni.
Marco Simon Puccioni è abile a raccontare la vicenda e a restituirne tutta la drammaticità. Le ottime interpretazioni di Valeria Golino (Armida Miserere) e Filippo Timi (Umberto Mormile) vestono della giusta umanità due personaggi diversi, il cui percorso parallelo viene ben mostrato, per poi rendere più comprensibili le conseguenze della interruzione di quel cammino. Molto apprezzabile la mancanza pressoché assoluta di situazioni e reazioni esasperate; tutto procede lungo una linea narrativa che vuole far sentire lo svuotamento dell’anima di Armida Miserere e dunque contestualizzare in modo non banale il suo gesto estremo.
“Come il vento” rappresenta il ritorno al cinema di finzione del regista dopo 5 anni di pausa, durante i quali si era dedicato alla realizzazione di due documentari molto interessanti. Evidentemente quelle esperienze sono state importanti, tanto che questo film sta riscuotendo numerosi consensi, a nostro avviso meritati.
Alessandro Barbero
Come il vento
Regia: Marco Simon Puccioni. Sceneggiatura: Heidrun Schleef, Marco Simon Puccioni, Nicola Lusuardi. Fotografia: Gherardo Gossi. Montaggio: Roberto Missiroli, Catherine Maximoff. Interpreti: Valeria Golino, Filippo Timi, Francesco Scianna, Chiara Caselli. Origine: Italia, 2013. Durata: 110′.