Attualità

Chiaroscuri

Dopo un’estate… ancora invisibile, l’autunno che arriverà si annuncia già come decisivo per tutte le realtà che ancora, con le unghie e con i denti, resistono alla crisi con la forza inarrestabile della passione per il cinema vero, quello che magari nei grandi festival va nelle rassegne collaterali filmstudio90invece che in concorso e che riesce sempre a stupire, incuriosire, magari graffiare e toccare corde nuove in questa epoca segnata, anche per le immagini, dalla logica del tritatutto. Film che faticano ad arrivare nelle sale, film che nonostante ingenti sforzi promozionali spariscono dopo una settimana, progetti distributivi che si annunciano come stimolanti ma che si arenano per mancanza di sale interessate.
Eh già, le sale… perché è di questo che il cinema ha bisogno, nonostante i tentativi di portare sul web forme nuove di fruizione. La centralità della sala rimane evidente (forse non per molto), e nessuno può dire che nei piccoli centri o nelle grandi città ogni sala cinematografica che chiude non sia un colpo pesante alla cultura, alla partecipazione, alla socialità. L’avvento del digitale, con le sue promesse di rafforzare l’offerta e innescare una nuova dialettica con un pubblico differenziato, anche grazie alla moltiplicazione degli eventi ora possibili, dai vari live di opere liriche ai film concerto e alle mostre d’arte, apre nuove strade ma certo non spiana la via al cinema di qualità, al cinema indipendente, alle nuove proposte. Insomma il cambiamento è iniziato, ma nessuno sa come andrà a finire per tutto il settore, mentre è certo che le sale d’essai dovranno inventarsi nuovi strade, nuove alleanze, lasciandosi contaminare dalla musica, dal teatro e dai nuovi linguaggi.
La riconversione dalla pellicola al digitale, molto subita soprattutto dalle associazioni che già faticavano per far quadrare i conti nella gestione dei luoghi di spettacolo e promozione culturale, è logorante, tra burocrazie infinite ed investimenti durissimi. Soprattutto per chi si trova a dover investire parecchie decine di migliaia di euro per non dover abbassare per sempre la saracinesca, mentre gli aiuti istituzionali faticano ad arrivare ed anzi in alcuni casi sono cul de sac dove si entra a proprio rischio e si esce solo grazie a qualche fortuito miracolo, come se qualsiasi azione di politica culturale debba ormai affidarsi al caso o alla conoscenza di quegli strani meccanismi che sono ormai gli unici riferimenti per trovare risorse, e cioè i bandi delle fondazioni bancarie. Lodevoli, certamente, ma a volte poco pratici e soprattutto di difficile accostamento, almeno per chi non ha acquisito con impegno e devozione le capacità necessarie.
Ma per una volta, almeno per Varese, una buona notizia c’è: la Fondazione Cariplo infatti sosterrà il progetto Con>vergenze, un network costruito da organizzazioni e associazioni culturali della città di Varese operanti soprattutto nell’area dello spettacolo, che per tre anni collaboreranno per valorizzare le attività culturali come fattore di sviluppo delle aree urbane.

Con>vergenze accomuna (capofila ARCI Varese) alcune tra le più  significative realtà e manifestazioni culturali cittadine: ATL – Associazione Tempo Libero, Centro Gulliver, Associazione Circo di Note/Black&Blue Festival,  Coopuf iniziative culturali,  Cortisonici,  Filmstudio 90, Cooperativa Sociale NaturArt, Progetto Zattera, Ragtime – Il tempo dei Ragazzi,  Solevoci, Associazione Quattrocentocinquantuno, con la collaborazione di Coop Lombardia e l’appoggio del Comune di Varese. L’obiettivo è quello di  collaborare strettamente per realizzare un mirato progetto culturale per la città, che riesca a porsi come struttura di affiancamento dell’ente pubblico nella ottimizzazione dell’efficienza e visibilità della cultura varesina e della sua sostenibilità: una scommessa forse ora possibile, che non mancherà di portare novità e positive ricadute sia nell’attività dei luoghi di spettacolo che nella progettualità territoriale. Una sfida che fin d’ora si profila in grado di essere ben di più che la somma di tante iniziative, e che si presenta come banco di prova per possibili, urgenti sinergie innovative nel campo della promozione culturale.

Giulio Rossini

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