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Cha Cha Cha

L’investigatore privato Corso (Luca Argentero) resta coinvolto in una vicenda di appalti, corruzione, ricatti e omicidi. Sempre alla ricerca della verità, si scontra con l’Avvocato Argento (Pippo Delbono) e con la Polizia, alla quale apparteneva anche lui e con la quale ora corrono cattivi rapporti. In particolare con il Commissario Torre (Claudio Amendola) che si muove spregiudicatamente nel territorio grigio che si trova tra la legalità e l’illegalità. Vittime sono un ragazzino e sua madre Michelle (Eva Herzigova), moglie di secondo letto dell’Avvocato e amante di Corso. Vittime in modo diverso, ma ugualmente al centro di qualcosa più grande di loro.

Questa è in sintesi la trama di un film che inizia molto bene, descrivendo una Roma oscura che potrebbe essere considerata l’altra metàcha-cha-cha-luca-argentero-in-fuga della parte più scura della luna. La prima metà è stata superbamente descritta proprio in questo periodo da Paolo Sorrentino ne La Grande Bellezza. Una Roma distratta, volgare e snob. Qui vediamo l’altra parte, quella affarista, corrotta e criminale. Le immagini e la musica raccontano tutto. Suoni profondi accompagnano un’auto che attraversa le vie della città notturna, consegnando allo spettatore quell’angoscia che si prova di fronte alla cupezza di un’atmosfera poco ospitale. Ancora peggio se tutto questo accade poco dopo l’incipit vero del film, fatto di un cadavere in un campo abbandonato, a ridosso dell’aeroporto, le cui ferite sono leccate da un branco di cani.
Se la costruzione del film di Marco Risi fosse proseguita su questa strada ci saremmo trovati di fronte a qualcosa di potente e selvaggio. Per farlo, per tenere la stessa profondità di sguardo per l’intera durata, sarebbe occorso un talento fuori dal comune e forse un pizzico di fortuna nel trovare i giusti meccanismi di narrazione. In questo caso ciò non è accaduto e troppo presto il film vira su note più da poliziesco, ricalcando i meccanismi naturali di questo genere. C’è il buono, ci sono i cattivi e ci sono quelli che si barcamenano tra gli uni e gli altri. I buoni sono sempre pochi e soli, i cattivi un po’ di più, e proprio cattivi. Quelli che si barcamenano sono la maggioranza, in una Roma/Italia che del barcamenarsi ha fatto la sua regola.
Ciò che resta, molto efficace, è la denuncia degli affarismi e della corruzione di questa povera Italia. Ciò che si perde, e che rende il film meno preciso e potente, è l’atmosfera cupa, pur con qualche tentativo di resuscitarla. E il finale vorrebbe fare da contrasto, ma risulta vuoto e decisamente fuori luogo. Meglio uscire dalla sala cinematografica con un pò di amarezza in più che con un finto sorriso alla bocca, al passo del Cha Cha Cha.

Alessandro Barbero

Cha Cha Cha

Regia: Marco Risi. Sceneggiatura: M. Risi, Andrea Purgatori, Jim Carrington. Fotografia: Marco Onorato. Montaggio: Clelio Benevento. Interpreti: Luca Argentero, Pippo Delbono, Eva Herzigova, Claudio Amendola. Origine: Italia, 2013. Durata: 90′.

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