La line up del Festival di Cannes 2016 sembrava ormai definita, solida, indelebile. Ieri, a ciel sereno, una menzione speciale last minute, Peshmerga, del filosofo Bernard-Henri Lévy. I peshmerga, di origine curda, sono i combattenti impegnati da più di 100 anni lungo la frontiera irachena. Sorprendono positivamente queste menzioni fuori deadline, estremamente attuali dal punto di vista politico. Si conferma l’attenzione, l’impegno della commissione del Festival, per un avanzare lento e deciso di un certo gusto filmico senza supereroi.
L’effetto speciale più amato a Cannes? La vita normale. “Questo film rende omaggio alla poesia dei dettagli, delle variazioni e degli scambi quotidiani” dice Jim Jarmusch sul suo Paterson, in concorso per gli Stati Uniti: la storia di una coppia, dalla sceneggiatura tanto semplice quanto vera. Luoghi apparentemente sterili dominano la selezione, come il Queens di The Transfiguration, rifugio anonimo di un moderno vampiro cittadino. La normalità é anche rompere la soglia ritmica del montaggio: inquadrature, lunghe ed estenuanti, provocano un’esperienza unica dell’ostile e corrotta steppa bulgara (Câini di Bodgan Mirică).
L’immagine delle donne “matte” di Virzì, per La Quinzaine des Réalisateurs, non è meno accattivante o verace. Anzi, l’oscillare femminile tra stati di lucidità e isterismo è speciale, soprattutto quando il punto di vista è maschile – quindi delicato. Non a caso il film si guadagna una standing ovation a fine proiezione, un nostro piccolo orgoglio fuori competizione.
Non va dimenticato però che Cannes è una fiera, il Marché cinematografico per eccellenza. Ed anche un prodotto di mondanità, una pioggia di fotografi sul fascino senza tempo della Binoche (nel lungometraggio in concorso di Bruno Dumont), di Clooney con la scalza Roberts, o Gary, il cane di Carrie Fisher, che addestrato alla posa ruba la scena all’intero red carpet – anche alla nostra elegante Valeria Marini, che si accontenta di un selfie in cima al tappeto rosso.
Ci lasciamo alle spalle un weekend tranquillo, speciale per la presenza in città di Russell Crowe e Ryan Gosling – la loro, una frizzante interpretazione in Nice Guys, è stata paragonata a quella del duo Terence Hill e Bud Spencer. E in parallelo alla classifica dei migliori abiti da sera, entriamo nel vivo del Festival, con una serie di lungometraggi sicuramente promettenti. A partire da Julieta, proiezione odierna, firmato Almodovar.
da Cannes, Giulia Peruzzotti