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Bleed for This

bleed-for-thisBleed for This nasce dal forte desiderio del produttore Chad  A. Verdi di portare sul grande schermo l’eccezionale storia di Vinny Pazienza, pugile italoamericano che, nel pieno della sua carriera a fine anni ‘80, rimane vittima di un terribile incidente autostradale in cui si spezza il collo rischiando la perdita dell’uso degli arti inferiori in modo irreversibile. Un progetto questo dalla forte carica intraprendente e un ammirevole spirito indie in cui persino Martin Scorsese ha creduto, affiancandosi come produttore esecutivo.
A dare un notevole slancio alla pellicola è la presenza di Miles Teller che ha colto al volo l’occasione d’interpretare Vinny “Paz” dopo la sua acclamata performance nel film Whiplash, da cui recupera la grinta e determinazione del protagonista. Questa volta l’attore ha scelto di impegnarsi in un ruolo più maturo e sfaccettato rispetto ai precedenti mainstream (Divergent e I Fantastici 4): Miles Teller è partito infatti dall’analisi della cultura degli anni ’80 e di cosa significasse essere un pugile acclamato in quell’epoca per poi concentrarsi sul proprio corpo e seguire un allenamento di otto mesi, due volte al giorno per sei giorni alla settimana al fine di immedesimarsi al bleed-for-this1meglio nel personaggio e renderlo più credibile possibile.  Ad affiancarlo nel ruolo dell’allenatore Kevin Rooney, abbiamo Aaron Eckart, noto per la partecipazione ad altri progetti indipendenti quali Thank you for Smoking e Nella società degli uomini . Oltre ad un attento studio dell’accento e cadenza della parlata di Kevin, l’ “Harvey Dent” de Il cavaliere oscuro si è sottoposto ad un’impressionante trasformazione fisica che lo ha portato a mettere su pancia e perdere i capelli, arrivando ad essere quasi irriconoscibile.
A dirigere i lavori è stato scelto Ben Younger che, interessato all’umanità della storia, ha deciso di narrare un mondo a lui sconosciuto, quello del pugilato. Nonostante ciò, il lavoro finale del regista risulta accurato e dettagliato: approfondito è lo studio preliminare avvenuto tramite interviste a Vinny, all’allenatore Kevin, ai suoi amici e alla famiglia; precisa la messa in scena di ambienti, acconciature e costumi per evocare il periodo fine anni ’80 e inizio anni ’90; infine, nota di merito per la regia essenziale e delicata che, funzionale alla storia narrata, contribuisce a coinvolgere e far entrare in empatia lo spettatore con Vinny e la sua famiglia. Nel film viene dato spazio anche a tematiche più classiche del mondo della boxe come ad esempio la lussuria, le donne, il gioco d’azzardo e la corruzione, elementi già largamente affrontati nella cinematografia di genere precedente (uno tra tutti Toro Scatenato, riferimento principale dell’autore).
Uno dei maggiori pregi del film, è il climax, che raggiunge il suo apice nel momento in cui “Paz” da roccia si trasforma in porcellana e ogni suo movimento diventa altamente pericoloso per la sua carriera e soprattutto per la sua vita; una parabola seguita prevalentemente utilizzando la camera a mano, scelta efficace che intensifica l’esperienza visiva e il coinvolgimento dello spettatore. Visione che sarebbe potuta essere ancora più sorprendente e intensa se all’interno del trailer internazionale del film non fosse stato mostrato l’attimo dell’incidente e buona parte della seconda metà del film; una cattiva tendenza ormai diffusa in numerosi trailer cinematografici di stampo americano.


Miles Teller si conferma ancora una volta un incredibile talento spinto da un’inarrestabile passione per la recitazione, il cui disgraziato incidente stradale del 2007, di cui lasciano traccia le caratteristiche cicatrici sul volto e sul collo, lo sta portando ad interpretare formidabili storie di sacrificio e rivincita. È proprio a lui che viene affidato uno tra i messaggi più forti dell’opera, ovvero di come il pugilato visto dall’esterno sia un mondo meraviglioso e luccicante, mentre in realtà è dominato da loschi affari e giochi di potere. Un sistema, come quello dello star system, che mastica i volti nuovi del cinema finché possibile per poi, quando meno se lo aspettano, essere sputati nel cestino. E alla domanda: “Qual è la bugia più grande che ti hanno detto?”, Paz risponde fermamente: “Non è così semplice.”

Samuele P. Perrotta

Bleed for This

Sceneggiatura e regia: Ben Younger. Fotografia: Larkin Seiple. Montaggio: Zachary Stuart-Pontier. Musiche: Julia Holter. Interpreti: Miles Teller, Katey Sagal, Aaron Eckhart, Ciarán Hinds, Ted Levine, Christine Evangelista, James Wilcox, Dante Palminteri. Origine: Usa, 2016. Durata: 117′.

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