Prodotto da Lee Chang-dong e diretto dalla giovane Lee Jong-un Birthday, uscito nelle sale coreane il 3 aprile con un grande successo di pubblico, ha aperto a 21 edizione del Far East Film Festival di Udine. Il 16 aprile 2014 il traghetto Sewol, che dal porto di Incheon deve raggiungere l’Isola di Jeju, s’inclina fatalmente su un lato e s’inabissa, uccidendo più di 300 passeggeri. Lee Jong-un, raccontando le dinamiche di una famiglia che sul Sewol ha perso il figlio maggiore in questa immane tragedia. Ad accompagnare il film nella prima internazionale l’attrice Jeon Do-yeon, incoronata al Festival di Cannes miglior attrice per la memorabile interpretazione in Secret Sunshine giustamente premiata dal festival con il Gelso d’oro alla carriera. Il film non racconta i giorni della tragedia, non ci sono flashback o immagini di repertorio, ma il riverbero ancora presente, a distanza di cinque anni, nelle famiglie delle vittime. Birthday ci introduce con pudore e cura in un microcosmo famigliare segnato dalla scomparsa di un figlio; l’innesco è il ritorno del padre da un misterioso impegno all’esterno e il suo riavvicinarsi alla moglie e alla figlia. Il film è sorretto da due grandi interpretazioni, Jeon Do-yeon e Sul Kyung-gu, che con misura incarnano due modi diversi di tentare di elaborare il lutto e da un’ottima scrittura che ci introduce nel mondo dei protagonisti, svelando con un’attenta progressione le loro difficoltà personali e le vicende che li hanno portati ad allontanarsi poco prima della tragedia, mostrandoci i loro maldestri tentativi di ricucire i rapporti. Se la prima parte funziona proprio per non esser appiattita esclusivamente sul dramma ma nel dare respiro ai personaggi con funzionali sotto trame, la conclusione invece risulta esser scomposta, eccessiva, purtroppo patetica. Il film ha nella festa organizzata per il compleanno del figlio il suo punto di approdo, ma qui la misura diventa eccesso, i pianti di tutti i soggetti presenti costruiscono un racconto in cui è difficile provare empatia, tutto è presente, ripreso, ostentato. Il valore del film risiede nel mostrare quanto ancora questa vicenda sia presente nell’inconscio collettivo coreano: un film scomposto proprio perché l’elaborazione di questo dramma immane è ancora lontana dall’esser realizzata.