Cinequanon online intende stabilire una relazione non solo con il cinema in senso stretto, ma con quelle forme di audiovisivo contaminate da linguaggi diversi. La video-arte ne è un esempio e l’occasione è ghiotta dal momento che a Varese è in corso la meravigliosa mostra dedicata a Bill Viola, cresciuto sotto l’influenza di artisti come Nam June Paik e Bruce Nauman. Undici installazioni (una inedita: Sleepers), esposte fino al 28 ottobre, per toccare i punti cardinali di un processo creativo lungo quarant’anni.
La natura del nostro magazine, aperto alla partecipazione dei lettori, spinge i nostri collaboratori a restituire uno sguardo personale, che vorrebbe sollecitare altri interventi. Un pensiero che non si accontenta di sé: cerca una dialettica o si offre come prima maglia di una catena costruita con altri pensieri. L’occasione così è doppiamente ghiotta, poiché Bill Viola sollecita risposte emotive e coinvolgimento sensoriale differenti negli spettatori.
Questo è un invito esplicito al dialogo attraverso lo spazio “commento” sotto l’articolo.
Buona lettura. Buona scrittura.
La Redazione
Reflections, la mostra interamente dedicata all’artista della video-art Bill Viola ed inserita nella splendida cornice museale di Villa e Collezione Panza a Varese, è un vero e proprio percorso meditativo. Le dodici videoinstallazioni, perfettamente integrate all’interno dell’ambiente espositivo, rendono categorie evanescenti come spazio e tempo, dimensioni tangibili e visivamente penetranti.
L’interazione con l’opera e la partecipazione emotiva sono momenti essenziali per lo spettatore che procede immerso in un’atmosfera densa ed avvolgente in continua tensione osmotica tra artificiale e spirituale, concreto ed immateriale.
La sublimazione del sapere tecnologico, l’attitudine a trattare il suono come materia plastica, la dilatazione temporale dell’esperienza fisica e la fissazione del trascendente in un’immagine corporea sono caratteristiche peculiari del lavoro di questo grande artista.
Le sue opere rappresentano i contorni vibranti della vita umana nella loro peculiare forma antitetica, tra presenza e assenza, luce ed ombra. Nel segnalare questa compresenza di opposti, che tuttavia agiscono in stretta contiguità, Bill Viola finisce inevitabilmente per evidenziarne le anomalie. La riconciliazione è impossibile anche se auspicabile, vita e morte rimangono separate da una distanza siderale che solo il campo visivo può accogliere in un unico sguardo.
Il suo discorso si svolge tra ambiente acquatico e terrestre, tra movimento e fissità, in quell’orizzonte infinito che è l’esistenza. Siamo costretti ad interrogarci attivamente su questioni fondamentali e subito ne constatiamo la difficoltà. Immersi nel tempo frenetico e convulso del vivere quotidiano, temiamo la staticità intesa come ostacolo ed elemento perturbante. L’artista americano ci vuole invece fermi, posti nella direzione intima della riflessione.
di Jenny Rosmini