Certi film li guardi continuamente e convivi con loro, man mano che invecchi diventano più profondi.
Non sono sicuro di come succeda, ma succede. Per me, quel corpo di lavoro è una presenza
meravigliosa, una fonte costante di energia e un promemoria di ciò che sono la vita e l’arte.
Martin Scorsese
Martin Scorsese è alla Berlinale per ritirare l’Orso d’oro alla carriera ma anche per presentare questo bellissimo documentario firmato da David Hinton e che lo vede come unico narratore.
Made in England: The Films of Powell and Pressburger inizia con Scorsese che ci racconta come ha scoperto i film di Powell e Pressburger, era bambino, seduto davanti alla TV di famiglia, quando il famoso logo di The Archers, la loro casa di produzione inglese, appariva sullo schermo: “sapevi che ti piacevano la fantasia, la meraviglia, la magia, la vera magia del film”.
Made in England attinge a una ricca gamma di materiale d’archivio – i film stessi, interviste televisive, fotografie – e, grazie alle parole di Scorsese, esplora in modo approfondito e divertito la collaborazione tra l’inglese Powell e l’ungherese Pressburger che prosperò nonostante le avversità durante la seconda guerra mondiale e alla fine fu indebolito dall’industria cinematografica degli anni ’50.
Gli anni ’30 furono gli anni d’oro del cinema britannico che videro la piena espansione del documentarismo e del cinema di finzione, Carol Reed, David Lean, Alfred Hitchcock iniziarono in quegli anni la loro proficua carriera. Anche Micheal Powell partì da lì: lavorò nell’industria del cinema inglese e esordì nel 1931 come regista di film commerciali a basso costo per poi crescere piano piano. Dalla fine degli anni ’30 iniziò la collaborazione con lo sceneggiatore ungherese Pressburger che svoltò la sua carriera.
Nel 1942 i due cineasti poterono creare una piccola casa di produzione, la famosa The Archers, e a partire da quel momento avrebbero firmato quattordici film con la sigla “scritto, prodotto e diretto da Michael Powell ed Emeric Pressburger”, pur dividendosi nei fatti i compiti: Powell fu soprattutto regista e produttore, Pressburger sceneggiatore. Dal loro genio prendono così vita sullo schermo Il ladro di Baghdad, Duello a Berlino, Narciso nero, I racconti di Canterbury, Scarpette rosse, I racconti di Hoffmann.
Il documentario tocca anche lo scandalo suscitato nel 1960 dal celeberrimo L’occhio che uccide (Peeping Tom) che Powell girò senza il fidato Pressburger e interruppe di fatto la sua carriera. Fu un insuccesso clamoroso e fu rivalutato solo dalla critica francese e venne definitivamente consacrato nel decennio successivo, prima in patria e poi negli Stati Uniti.
Scorsese, tra aneddoti personali e splendidi archivi, ci guida all’interno del loro cinema, analizza intere sequenze, l’uso del colore, delle scenografie spesso barocche, gli attori che cambiavano continuamente e l’emozione che suscitava in lui quel cinema. Ci racconta la capacità del duo di creare “film commerciali sovversivi” e descrive quanto profondamente i loro film abbiano influenzato il suo lavoro. In questo modo celebra in modo magnifico il cinema di Powell e Pressburger: il loro strano mix tra inglese austero, misticismo e raffinatezza mitteleuropea.
Made in England è stato acquistato da Mubi anche per l’Italia, perciò vedremo presto il film anche sui nostri schermi. Sarà imperdibile per tutti gli amanti del cinema.
da Berlino, Claudio Casazza