Una bella sorpresa del 72° Festival di Berlino è Occhiali neri di Dario Argento. Il film del “maestro del brivido” è stato presentato fuori gara nella sezione Berlinale Special e sarà nelle sale italiane da giovedì 24 febbraio. Argento non stava dietro la macchina da presa da dieci anni, dal deludente Dracula 3D e la sua produzione recente, almeno degli anni 2000, non era all’altezza del suo nome. Dell’anno scorso è però la sua commuovente interpretazione di un anziano padre in Vortex di Gaspar Noé.
Occhiali neri è un ritorno al thriller, con tendenze più all’horror che al giallo. Inizia con una giovane in auto per Roma mentre tutti guardano in alto, dal momento che si sta compiendo un’eclissi. Dopo i titoli, una prostituta ha un appuntamento in un albergo elegante con un cliente: all’uscita è aggredita da uno sconosciuto che spunta da un cespuglio e la strangola. È una scena splatter che fa il paio con un’altra ancora più cruenta verso il finale e rende il film sconsigliabile a chi si impressiona facilmente. Ritroviamo poi la donna dell’inizio, Diana (Ilenia Pastorelli), anche lei escort, divisa tra clienti abituali e altri occasionali. Presto finirà nel mirino dell’assassino, che la insegue per strada con un furgone bianco fino a tamponarla. Nell’impatto la giovane perde la vista, mentre muore la coppia di cinesi che viaggiava sull’auto investita suo malgrado e sopravvive Chin, il loro figlio di 10 anni. Una volta ripresasi, anche con l’aiuto dell’istruttrice Rita (Asia Argento) che le insegna a muoversi e le affida un cane da guida, la protagonista va alla ricerca del ragazzino, che diventa suo aiutante e compagno di fughe.
Il film è un incubo e insieme una fiaba, con una bella parte notturna. Diana è una donna bella, decisa, che gira armata di spray al peperoncino, non accetta i violenti e prepotenti (e neppure chi puzza), non si presta a tutto. Finirà ovviamente nel mirino del killer. Argento, al suo film migliore da molti anni, gioca con i luoghi comuni e un paio di momenti sono così ridicoli (e divertenti) che non possono che essere voluti. E durante la visione non possono non venire in mente L’eclisse di Antonioni e Dogman di Garrone, anche se le situazioni sono gestite da Argento in maniera molto diversa.
Il Festival si avvia alla conclusione di stasera, con la proiezione dell’ultimo film in concorso, The Novelist’s Film del prolifico coreano Hong Sangsoo, già Orso d’argento per la miglior regia nel 2020 con The Woman Who Ran.
da Berlino, Nicola Falcinella