Dopo l’inaugurazione di ieri, al 70° Festival del Cinema di Berlino oggi è giornata italiana. In concorso passa l’atteso Volevo nascondermi di Giorgio Diritti con Elio Germano nella parte del pittore Antonio Ligabue, film in uscita giovedì 27. Nella sezione Forum debutta invece il documentario La casa dell’amore di Luca Ferri.
L’apertura è stata più fiacca di quanto si immaginasse. My Salinger Year del canadese Philippe Falardeau, che si era fatto con Monsieur Lazhar, ha deluso un po’ le aspettative. Tratto dal romanzo autobiografico di Joanna Rakoff, inizia nell’autunno 1995, quando la giovane, studentessa a Berkeley, trascorre un paio di giorni a New York da un’amica. Con il sogno di diventare una scrittrice, decide di trovarsi un lavoro nell’editoria e non tornare in California. La prende in prova come segretaria una storica agenzia letteraria che si occupa, tra gli altri, di J.D. Salinger, Jerry: Joanna dovrà leggere la sua posta e rispondere alle missive seguendo modelli predefiniti. Intanto l’appartato scrittore, che si manifesta per telefono, intende pubblicare per un piccolo editore un racconto uscito trent’anni prima sul New Yorker. L’emergente Margaret Qualley, vista in C’era una volta… a Hollywood, interpreta la protagonista ed è una delle note più positive. Nei panni di Margaret, titolare dell’agenzia, fumatrice incallita e avversaria della tecnologia tanto da non lasciare utilizzare i computer, c’è Sigourney Weaver. Un film che ha molto di già visto e che si colloca nella categoria del carino, ma prevedibile (se non nella relazione che si sviluppa tra le due donne) e sostanzialmente aggiunge poco al filone dei film sugli scrittori o sulla letteratura, che è tra i generi più rischiosi.
Il programma odierno si completa con l’argentino El profugo di Natalia Meta con Cecilia Roth e Nahuel Pérez Biscayart in competizione e, in Berlinale Special, l’animazione Onward di Dan Scanlon nelle sale già dal 5 marzo.
da Berlino, Nicola Falcinella
