La Berlinale è un luogo unico dove potersi immergere in dieci giorni pieni di cinema. Creato all’inizio della Guerra Fredda come una “vetrina del mondo libero”, è giunto ormai all’edizione numero 69 e sarà l’ultima con un direttore tedesco, infatti dall’anno prossimo Dieter Kosslick cederà il posto all’italiano Carlo Chatrian, reduce dall’esperienza più che positiva di Locarno.
La Berlinale sarà come sempre un luogo di scambio interculturale e una piattaforma per l’esplorazione delle questioni sociali, politiche ed economiche. Ad oggi è probabilmente il festival più politico tra i grandi eventi cinematografici mondiali, a volte forse troppo, e ogni anno rimarca in modo chiaro questa sua forza. Infatti dopo aver assegnato per il secondo anno consecutivo l’Orso d’Oro a una donna, la regista rumena Adina Pintilie che è seguita all’ungherese Ildiko Enyedi, il festival berlinese punta ad essere l’edizione più femminista della sua storia con ben 7 film su 17 del concorso diretti da donne. Gli altri grandi festival di cinema internazionale non reggono il paragone numerico: Cannes nel 2018 ne aveva 3 mentre Venezia solo uno.
Anche quest’anno i film saranno tantissimi, circa 400 film di tutti i generi, lunghezze e formati diversi, a cui si aggiungono eventi, dibattiti e panel che prevedono una partecipazione diretta da parte del pubblico. Tra i molti film anche un forte compagine italiana: un film in Concorso, quattro in Panorama e crescono anche gli spazi italiani all’European Film Market, il più grande mercato europeo dell’audiovisivo.
Il Concorso presenterà La paranza dei bambini, il nuovo film di Claudio Giovannesi, l’autore del bellissimo Fiore presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes nel 2016. Tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano sarà l’unico lavoro che rappresenterà l’Italia nel Concorso principale: ambientato a Napoli racconta di sei quindicenni che vogliono fare soldi, comprare vestiti firmati e motorini nuovi. Giocano con le armi e corrono in scooter alla conquista del potere nel Rione Sanità.
In concorso altri sedici film, tra i quali molti autori poco noti e i nuovi lavori di Zhang Yimou, Denis Côté, Fatih Akın e Francois Ozon, quest’ultimo presenterà Grâce à dieu, un film a tema pedofilia che promette scandalo. Fuori concorso forse il film più atteso della Berlinale: Varda par Agnès di Agnès Varda che lo scorso anno ha superato i 90 anni ma che continua a voler essere un’icona del cinema europeo. Questo nuovo lavoro è un documentario autobiografico con cui la grande autrice belga torna a ragionare sulla sua vita e sul suo cinema.
Sempre fuori Concorso ci sarà anche L’adieu à la nuit, altro film di un grande autore, André Téchiné, che ha compiuto 75 anni ma mantiene sempre vivo il suo sguardo e realizza un dramma generazionale con protagonista un’altra “grande anziana” del cinema, Catherine Deneuve.
“Panorama” si conferma una sezione parallela con un programma “controverso e provocatorio” con un tema ricorrente: “liberarsi” dall’oppressione della famiglia, della religione o della normalità. Saranno ben 45 film, tra i quali 16 documentari e 19 esordi – tra cui le opere prime di affermati attori come Jonah Hill e Casey Affleck. L’Italia avrà ben quattro titoli nella selezione: Normal di Adele Tulli, Selfie di Agostino Ferrente, Flesh Out di Michela Occhipinti e Dafne di Federico Bondi, i primi due sono documentari mentre gli altri due sono film a soggetto. Selfie è la nuova regia di Ferrente, autore del molto apprezzato Le cose belle, racconta anche lui una storia ambientata a Napoli, nel quartiere di Traiano: Alessandro e Pietro sono due adolescenti che si filmano con un iPhone per raccontare il loro difficile quartiere, la loro vita quotidiana, la tragedia di Davide, ucciso a 17 anni ad un posto di blocco. Normal è invece un viaggio tra le dinamiche di genere nell’Italia di oggi, raccontate attraverso un mosaico di scene di vita quotidiana dal forte impatto visivo, dall’infanzia all’età adulta. Un caleidoscopio di situazioni di volta in volta curiose, tenere, grottesche, legate dal racconto di quella che siamo soliti chiamare normalità. Passando ai film di finzione, Flesh Out è ambientato in una Mauritania inedita, racconta la storia di Verida, una ragazza che lavora in un salone di bellezza, frequenta i social network, si diverte con le amiche. Quando la famiglia sceglie per lei un futuro sposo, Verida – come molte sue coetanee – si vede costretta a mettersi in discussione. Dafne è invece una storia familiare che ruota intorno a una ragazza affetta dalla sindrome di Down. Dopo la morte della madre Dafne, che proprio dalla mamma ha ricevuto un’educazione che l’ha portata ad essere autonoma, si rivelerà essere il ‘bastone’ su cui il padre potrà fare affidamento.
Infine “Forum”, una sezione che presenta un’infinità di titoli tra documentario e film di ricerca che come al solito sarà una miniera di scoperte. Tra i film della selezione 2019 c’è il nuovo film di Nikolaus Geyrhalter e una sezione denominata “Archival Constellation” che mira a fermare il tempo, allontanarci dal presente confrontandolo con le utopie del passato. Gli archivi verranno messi in movimento e potranno tornare alla vita attraverso nuove connessioni e nuove riflessioni sul mezzo cinema, tutto con l’obiettivo di testare i confini delle convenzioni e ad aprire nuove prospettive per il nostro sguardo.
L’intero programma è disponibile sul sito della Berlinale e possiamo tutti perderci dentro.
da Berlino, Claudio Casazza