Tre anni dopo il sottovalutato Ciliegine, Laura Morante torna alla regia con questo Assolo di cui è anche sceneggiatrice e protagonista.
Il film narra di Flavia, cinquantenne con due matrimoni alle spalle e due figli, che si ritrova per la prima volta single dopo la rottura con l’ultimo compagno (Lambert Wilson). Il film inizia con la sua veglia funebre nel quale tutti gli uomini della sua vita, amanti e non, alla fine festeggiano. È ovviamente un sogno che Flavia racconta alla sua analista (Piera Degli Esposti) chiedendone un’interpretazione. Il film prosegue a ritroso raccontando gli insensati rapporti con i due ex mariti (interpretati da Francesco Pannofino e Giogio Alberti) e le rispettive nuove mogli, le amicizie stravaganti e i nuovi amanti rozzi e inaffidabili. Flavia sembra trovare conforto solo nella maltrattata cagnetta dei vicini di casa.
Il film alterna episodi divertenti ad altri troppi stereotipi: sia per il mondo maschile (il cinquantenne che cerca la donna vent’anni più giovane, il gaudente che tradisce, quello che non vuole lasciare la moglie ma ha l’amante), che per quello femminile (quella che si umilia davanti all’uomo, quella che si fa picchiare, quella che cerca solo il sesso, quella che tradisce). Si dirà che sono tipi umani, ma il limite con il personaggio-macchietta è spesso ampiamente superato. Attraverso la vicenda di Flavia, la Morante sembra voler tratteggiare una figura femminile che supera a poco a poco il proprio egocentrismo, arriva a conoscere i propri limiti e così ad accettare un’esistenza indipendente e non vincolata alle persone che la circondano. Un assolo meglio che un coro, insomma.
L’opera vuole essere una commedia autoriale, tra i pregi c’è indubbiamente l’autoironia ma alla fine si ride poco e il problema sembra essere la confusione che regna nel film: ogni tanto sembra che la Morante voglia fare Nanni Moretti, poi prende spunti da Woody Allen e le ambizioni autoriali si perdono così in brutte scene oniriche, in una voce fuori-campo troppo invasiva e i piani temporali e punti di vista che cambiano rapidamente. In definitiva la Morante come protagonista trova un equilibrio, come regista forse è ancora confusa.
Claudio Casazza
Assolo
Regia: Laura Morante. Sceneggiatura: Daniele Costantini. Fotografia: Fabio Zamarion. Montaggio: Esmeralda Calabria. Musiche: Nicola Piovani. Interpreti: Laura Morante, Emanuela Grimalda, Francesco Pannofino, Angela Finocchiaro, Lambert Wilson, Giogio Alberti, Piera Degli Esposti. Origine: Italia/Francia, 2016. Durata: 97′.