Si è appena conclusa la quattordicesima edizione dell’Animix, il festival internazionale dell’animazione e del fumetto di Tel Aviv. In un clima un po’ surreale, con l’infinito conflitto israelo-palestinese in fase di stallo, decine di bambini, giovani e adulti hanno riempito le sale della Cineteca Doron, nel cuore della città. Nato originariamente come festival dedicato al fumetto l’Animix si è velocemente avvicinato all’animazione andando a coprire un settore che sino ad allora non aveva ancora conosciuto un palcoscenico nazionale, nonostante gli oltre quattordici festival di cinema israeliani tra cui ricordiamo quello Internazionale di Haifa e quello di Gerusalemme.
Durante i quattro giorni del festival la cineteca con le sue cinque sale diventa una sorta di expò dell’animazione e del fumetto, ci sono ampie selezioni di cortometraggi internazionali, un paio dedicate alla recente produzione nazionale, quattro selezioni tematiche come il documentario animato oppure il tema della guerra, lungometraggi ed il concorso, aperto solo agli animatori israeliani. Tra una proiezione e l’altra è possibile aggirarsi tra gli stand dei fumettisti che espongono le loro opere e scambiare quattro chiacchere con loro.
Il materiale presente è vastissimo e di qualità variabile. Ci sono corti provenienti da scuole, con gli ovvi limiti di tecnica o di tematica e quelli di artisti acclamati come Torill Kove, Oscar nel 2006 o il nostro Simone Massi, ormai maestro riconosciuto a livello internazionale.
Il concorso invece è diviso in cinque categorie, indie, pubblicitarie, per ragazzi, clips e studenti ad ognuna delle quali viene assegnato un premio come miglior film d’animazione.
Facendo due chiacchere con David Shalita, il curatore di tutta la parte “animata” del festival si capisce che c’è un grande lavoro e ovviamente una grande passione nella realizzazione del festival: “Iniziamo a lavorare a Gennaio con la ricerca del materiale, ogni anno io contatto amici animatori che vivono qui o all’estero e gli chiedo cosa hanno visto di interessante nell’ultimo anno, poi recupero tutto il materiale e inizio la selezione. Questo passaggio per il nostro festival è fondamentale, il 70% delle entrate dell’evento arriva dai biglietti e dobbiamo porre molto attenzione a cosa proponiamo in modo da solleticare l’interesse del pubblico.” In effetti è capitato sopratutto durante lo shabbat, il week-end, di trovare sale esaurite o lunghe file per ottenere i biglietti.
“Abbiamo un pubblico affezionato, sopratutto le nostre selezioni sono molto seguite, ad esempio ogni anno presentiamo una selezione di corti animati che hanno vinto l’Oscar, oppure proponiamo una selezione a tema. Quest’anno c’era la guerra… un tragico tempismo.”
A metà tra un’esposizione, un festival e una fiera, l’Animix rappresenta un’interessante proposta culturale per la città e una bella scoperta per chi ancora conosce poco il mondo dell’animazione e del fumetto.
da Tel Aviv, Mattia Coletto