Ci presentiamo al Palais per Leçon de Cinema, senza sapere con certezza cosa aspettarci. Entriamo e ci troviamo circondati da una massa brulicante di persone: chi elegantissimo, chi stupito dall’immensità della struttura e chi, come noi, non ha un outfit che potrebbe definirsi propriamente tenue correcte (come richiede l’invitation). Saggia scelta è quella di prendere l’ascensore, che ci permette di “saltare” una parte di coda. Seduti nella sala Buñuel, aspettiamo che le luci si spengano e cominci una proiezione, ma all’improvviso compaiono sul palco due distinti signori, accolti da una standing ovation. Solo più tardi capiamo che si tratta niente di meno che William Friedkin, e che ad omaggiarlo in sala siede il grande Bertrand Tavernier. In realtà non avevamo nemmeno idea di chi fosse questo americano “easy to talk to”, dalla battuta facile e un altissimo livello di umiltà. Scopriamo presto che si tratta di una delle figure più influenti del cinema holliwoodiano, se non che il regista del famosissimo L’esorcista. Pur non conoscendo la maggior parte dei film su cui si è discusso, abbiamo comunque cercato di comprendere quanto più possibile di questo interessante personaggio. L’intervista è stata sostanzialmente dedicata alla realizzazione dei film (con la visione di alcune clips significative) e allo sviluppo della carriera del regista di Il braccio violento della legge, vincitore di ben cinque oscar. Le parti più interessanti, a nostro parere, sono state quelle in cui Friedkin ha parlato in modo più generale di come sceglie gli attori, in che modo si relaziona con il personaggio che interpretano, senza dimenticare le varie componenti che hanno reso speciale ognuno dei suoi capolavori. Ci ha particolarmente affascinato la sua opinione sul fanatismo religioso e sulla fede, scaturite dal commento all’Esorcista. Sicuramente non ci aspettavamo che fosse stato chiamato direttamente dal Vaticano per filmare una vera pratica di esorcismo: siamo rimasti letteralmente a bocca aperta! Questo grande artista ci ha colpito non soltanto dal punto di vista cinematografico, ma anche da quello umano: con ironia e umiltà ci ha parlato della sua vita privata e anche dei suoi fallimenti, che non lo hanno mai scoraggiato, ma, al contrario, lo hanno fatto crescere e migliorare.
da Cannes, la redazione della II D Esabac