Quest’anno Agnès Varda sarà tra i protagonisti del festival di Locarno con una retrospettiva e l’assegnazione del Pardo d’onore. Cogliamo l’occasione per segnalare il libro Agnès Varda. Cinema senza tetto né legge, scritto da Nicola Falcinella e pubblicato da Le Mani nel 2010.
Il volume segue la lunga carriera di Agnès Varda, prendendo in esame il suo peculiare modo di lavorare che, senza mai fare distinzione tra finzione e documentario, ha spesso precorso i tempi, ridefinendo il concetto stesso di documentario.
Varda esordisce a fine anni ’40 come fotografa al Festival di teatro di Avignone, ma già il suo primo film, La Pointe Courte, con Philippe Noiret e Silvia Monfort, è considerato un’anticipazione della Nouvelle Vague per lo stile libero delle riprese e le ambientazioni dal vero. Dopo alcuni cortometraggi, nel ’61 Varda realizza Cleo dalle 5 alle 7, che è tuttora uno dei suoi film più celebri, insieme a Senza tetto né legge con Sandrine Bonnaire, Leone d’Oro a Venezia nel 1985. Tra i film di Varda, da menzionare i tre dedicati al marito regista Jacques Demy (su tutti Les parapluies de Cherbourg) morto nel 1990, tra i quali Jacquot de Nantes – Garage Demy (1990). Ancora da ricordare Daguerreotypes (1975), L’une chante l’autre pas (1977), Documenteur (1981), e Les glaneurs et La glaneuse (2000). Les plages d’Agnès, invece, presentato come evento speciale alla Mostra di Venezia 2008, ripercorre con ironia e commozione ottant’anni di vita e oltre mezzo secolo di una carriera nella quale arte e vita privata si sono alimentate l’una dell’altra. Una sorta di autobiografia filmata, nella quale la cineasta prende in esame la sua esistenza e si racconta prendendo spezzoni dei suoi film come se fossero un album dei ricordi, un grande database dal quale attingere immagini che raccontano una vicenda straordinaria.
Nicola Falcinella, Agnès Varda. Cinema senza tetto né legge, edizioni Le Mani, Genova, 2010.
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