Udine Far East 2014

Far East Film Festival Udine 2014 – 29 aprile

Altra intensa giornata di visioni al Teatro Nuovo Giovanni da Udine: come sempre un buon livello e una grande varietà di generi, ce n’è per tutti i gusti. Tra le molte proposte in palinsesto dedichiamo un approfondimento a quelle che più ci hanno colpito:

live and dieTO LIVE AND DIE IN ORDOS è un’opera biografica toccante, che celebra la figura del poliziotto Hao Wenzhang, raccontandone tutta la sua carriera partendo dai primi giorni da investigatore fino a quando, ormai diventato capo della polizia della regione, muore a soli 41 anni per un infarto folgorante. La sua abilità, la sua rettitudine, la sua dedizione alla causa della giustizia e la sua integerrima incorruttibilità gli hanno permesso di fare carriera così rapidamente; la regista indaga a fondo le sfaccettature del suo carattere ed approfondisce alcuni episodi del suo operato, ergendo la sua figura come esempio di impegno morale e civile in una Cina rurale e povera, in cui la corruzione e il sopruso delle forze dell’ordine sono all’ordine del giorno. Magnifici paesaggi naturali, urbani e industriali (ci troviamo in una regione della Cina interna dedita all’estrazione del carbone), valorizzati da una fotografia fredda, grazie a cui esplode lo splendido contrasto del calore dell’umanità espressa da questo piccolo grande funzionario statale.

TO LIVE AND DIE IN ORDOS di NING Ying, Cina 2013. Durata: 113′

 

 

theattorney

THE ATTORNEY è la rivelazione della giornata; un’altra storia vera, un altro ritratto vibrante ed appassionato di un uomo che ha contribuito, con la forza dei suoi ideali di uguaglianza e giustizia, a portare la democrazia nel proprio paese. Siamo nella corea degli anni ’80, durante la dittatura militare; Song è un giovane avvocato poco stimato dai colleghi, che invece di dedicarsi a cause penali o civili, preferisce fare soldi occupandosi di faccende notarili ed assistenza fiscale. Non si interessa alla politica e non capisce perché i giovani protestino contro il regime, convinto che non convenga a nessuno cercare di sovvertire l’ordine delle cose; ciononostante è una persona di cuore e generosa. Un giorno però il figlio di una conoscente scompare. Quando si scopre che è stato rapito e torturato dalla polizia militare con l’accusa di essere un sovversivo e di voler portare il comunismo nel Sud Corea, qualcosa scatta nell’animo di Song. Prende coscienza delle ingiustizie perpetrate dalla dittatura, in lui germinano idee nuove, di equità e giustizia; è l’unico avvocato disposto a difendere con determinazione i giovani accusati di comunismo e l’unico a denunciare le violazioni dei diritti umani attuate dalla polizia. Una lotta titanica: anche se nell’aula di tribunale è solo contro tutti e la stampa lo denigra, la popolazione saprà capire la sua battaglia e lo sosterrà. Col tempo anche gli altri avvocati del paese abbracceranno la sua causa, e alla fine le cose cambieranno.
Un film potente e toccante che non lascia indifferenti.

THE ATTORNEY di  YANG Woo-seok, South Korea 2013. Durata: 127′

 

FIRESTORM, poliziesco made in HK ad altissimo budget, ha diviso la platea. La storia c’è, la sceneggiatura è piuttosto articolata e non ha buchi, ma è un mero pretesto per mostrare senza sosta adrenaliniche e complessissime scene d’azione. SFX digitali senza tregua dall’inizio alla fine, tra spettacolari sparatorie, spettacolari esplosioni, spettacolari inseguimenti. Il troppo stroppia, l’azione si sussegue in modo frenetico, si perde di vista la trama, non si fa in tempo a capire perché una cosa sta accadendo che già ci si trova al passaggio narrativo successivo; che, ovviamente, è un’altra sparatoria. C’è a chi piace e a chi no. Se questo gusto per l’eccesso è opinabile (per dovere di cronaca, chi scrive non l’ha apprezzato) bisogna però ammettere che quando si giunge al vero e proprio parossismo il film gioca le sue carte vincenti; nel climax finale ci troviamo di punto in bianco catapultati, senza neppure raccapezzarcene, nel genere catastrofico, ed in men che non si dica ad esplodere non sono più solo automobili, camion, autobus, gru, treni, ma anche palazzi, cavalcavia, quartieri, nel suolo si aprono voragini che ingoiano tutto ciò che c’è intorno e la pellicola spiazza ed affascina anche il più severo dei suoi censori.

FIRESTORM di Alan YUEN, Hong Kong 2013.  Durata: 118′

 

Da Udine, Michele Orlandi

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