Non sarebbe veramente il periodo delle feste natalizie, se mamma Disney non portasse al cinema grandi e piccini per assistere ad una nuova versione delle classiche fiabe. La trama dal quale si prende spunto per il 53° classico d’animazione Disney è La Regina delle nevi, la più lunga e complessa storia di Hans Christian Andersen. Quello che rimane di questa favola del 1844 è tuttalpiù una suggestione, uno spunto che si propone lo scopo di omaggiare l’autore. Nella versione cinematografica troviamo Elsa, una giovane regina, con la strana capacità magica di ghiacciare tutto ciò col quale entra in contatto, e sua sorella Anna che per essere protetta dal potere della sorella maggiore viene chiusa in un castello e alla quale viene celata la verità sul motivo della separazione dall’amatissima Elsa. Tutto sembra aver trovato un suo particolare equilibrio, fino al giorno in cui Elsa non è costretta ad aprire le porte della reggia per celebrare la propria incoronazione. Le troppe emozioni scateneranno il potere di Elsa, facendo piombare il regno di Arendelle in un inaspettato ed inclemente inverno. Convinta che sia meglio per tutti, Elsa decide di allontanarsi per vivere da sola, ma Anna è determinata a riportarla a casa e a trovare il modo di far restare Elsa nel mondo civile. Ad accompagnare Anna nella ricerca è il giovane venditore di ghiaccio Kristoff ed il simpatico pupazzo di neve vivente Olaf.
I registi Chris Buck e Jennifer Lee confezionano un prodotto dal forte impatto visivo, nel quale ogni luogo viene preso da location reali, compreso il favoloso castello di ghiaccio creato da Elsa, che è stato ricalcato da un Hotel di ghiaccio che si trova in Québec. La strutturazione dell’opera avviene quindi tentando di coinvolgere lo spettatore attraverso la creazione di un mondo che non appaia così distante dalla realtà, ma nel quale ogni cosa sia possibile. In questo caso il film sembra davvero imprescindibile dalla visione in 3D, raramente usato con una tale perizia architettonica. Ma sarebbe un errore considerare Frozen – Il regno di ghiaccio solo per le sue peculiarità visive. La sceneggiatura di Jennifer Lee e Shane Morris sembra tenere conto di quanto il pubblico sia divenuto esigente nel corso del tempo, di quanto sia quindi diventato complesso catturare gli spettatori proponendo una visione originale dei topoi classici della fiaba. Lo sdoppiamento della classica figura della principessa in due personaggi ugualmente importanti a livello narrativo e la creazione di due principi che si ritrovano a dover affermare se stessi e la loro vera natura, prima ancora di affrontare le tipiche prove dell’eroe, ci fanno già capire quale salto si sia fatto dai tempi di Biancaneve e i sette nani. Particolarmente interessante risulta il personaggio del principe Hans, amato da Anna e lasciato a vegliare su Arendelle durante l’assenza della legittima regnante, e che si troverà in una condizione di scelta estremamente emotiva per un personaggio disneyano. Anche la colonna sonora e le canzoni non hanno assolutamente nulla da invidiare rispetto ai classici musical di Broadway (non a caso la voce di Elsa è stata affidata nella versione originale ad una stella del teatro musicale come Idina Menzel). Nella versione italiana vengono scelte nei ruoli delle principesse Anna ed Elsa rispettivamente Serena Rossi e Serena Autieri. Era da La Principessa e il ranocchio che la Disney non proponeva qualcosa che potesse risultare classico e moderno allo stesso tempo. Quest’anno vale veramente la pena di condividere del tempo con i propri bambini, gustandosi un carosello di situazioni coinvolgenti e divertenti, che riusciranno a tenervi incollati alla poltrona indipendentemente da quanti anni abbiate e da quanto siate disposti a credere che il più grande sogno di un pupazzo di neve sia quello di vivere d’estate.
Giulia Colella
Frozen – Il regno di ghiaccio
Regia: Chris Buck, Jennifer Lee. Sceneggiatura: Jennifer Lee, Shane Morris. Fotografia: Chris Buck. Musiche: Christophe Beck. Origine: USA, 2013. Durata: 108′.