Al solito l’estate è stagione di contraddizioni per il cinema in Italia. Le macchine produttive sospendono in parte le attività, alcune sale chiudono, altre si convertono in arene all’aperto, la distribuzione cancella luglio e agosto, in generale si vive sulle attese dei festival: Pesaro, Locarno e Venezia, ma anche Giffoni evento internazionale di cinema per ragazzi che ha pochi eguali al mondo (18-28 luglio). Aspettando i film, ingolosiscono le anticipazioni, gli annunci roboanti, le promesse di dive e divi, sempre più noiosi a dire il vero.
Per il resto i cinefili ammazzano i tempi morti contando le poche uscite interessanti, al limite qualche megaproduzione (Wolverine su tutti, ecco magari Pacific Rim) che invita alla distensione dei nervi, all’intrattenimento a buon mercato, alla produzione di endorfine. Ovviamente in luogo climatizzato (ci mancherebbe).
Nell’estate 2013 accade anche altro: certe sale, più periferiche, più piccole e con un solo schermo, se ancora vivono lo devono all’abilità degli esercenti che tra bandi, finanziamenti, aiuti privati, rituali magici e tanta buona volontà, sono riusciti ad ottenere la fiducia delle banche, “amiche” nell’agevolare l’inevitabile digitalizzazione del sistema di proiezione.
Cartello: chiuso per lavori di ammodernamento.
Sarà così anche per la sala di Filmstudio 90.
Questa estate di cinema al cinema porta via Tonino Accolla (di cui abbiamo scritto) e Vincenzo Cerami (di cui scriveremo). Resisto alla tentazione dell’aggettivo iperbolico per descriverne il percorso artistico e umano. L’allievo di Pasolini, come amava ricordare (lo ebbe insegnante alle scuole medie e ne fu in seguito aiuto regista), portò la poesia nella sceneggiatura cinematografica, cercando costantemente l’emozione senza retorica, nel rispetto delle leggi misteriose del racconto.
Benigni, con cui strinse un lungo sodalizio, ne aveva preannunciato l’addio durante l’ultima cerimonia di consegna dei David. Parole di stima, riconoscenza e affetto puro, consapevole che la malattia gli avrebbe lasciato poco tempo ancora.
Tutto passa, ma certe cose lasciano il segno.
Ecco, in qualunque stagione, anche in estate, la storia del cinema si compone di innumerevoli piccolissimi tasselli legati tra loro; intreccia in una trama complessa chi il cinema lo pensa, lo concretizza, lo promuove, chi ne fa spettacolo, chi lo demonizza, chi ne crea un manifesto, chi ne fa arte e chi una porcheria, chi lo vieta, chi lo guarda e basta, chi lo scarica (ahimè), e chi semplicemente lo sogna.
Cerami lo sognava e lo scriveva.
Uno tra i mestieri più belli che esista e che fanno bella la vita.
A. Leone