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CONFESSIONS …di menti pericolose

confessions_2010È un pugno nello stomaco e una goduria per gli occhi l’ultimo film di quel personaggio unico che è il regista Tetsuya Nakashima. Scriva a Cinequanon chi ha avuto modo di vedere il precedente Kamikaze Girls. Il territorio narrativo é altra cosa, ma certi estetismi lo ricordano, anche se in Confessions di gratuito non c’è nulla. L’estetica pare strettamente connessa al racconto. La storia è ambientata per gran parte in una scuola, una classe mista di quattordicenni. L’insegnante, Moriguchi Yuko, annuncia di essere all’ultimo giorno. Ha deciso di lasciare perché ha perso la figlia di cinque anni, annegata accidentalmente nella piscina della scuola. Ma la verità è un’altra. Moriguchi è convinta che i responsabili siano due dei suoi studenti. Quando lo comunica alla classe, regna il caos. Le parole dell’insegnante scivolano via e si perdono confessions-movie21nel vuoto tra un banco e l’altro, mentre i ragazzini ridacchiano, si insultano, si fotografano con i cellulari, bevono latte nei piccoli cartoni da mezzo litro, e a qualcuno cade anche a terra. Il ralenti perpetuo e l’asincronia di voci e rumori è come se sospendesse ogni sguardo, ogni movimento, ogni sillaba. Poi d’un tratto il silenzio: lei sa, e per questo ha avvelenato due contenitori di latte con sangue infetto del virus Hiv. L’ha prelevato dall’ex-compagno malato di Aids. Scoppia il panico. I due ragazzi reagiscono in maniera diversa: uno si chiude in casa e regredisce allo stadio bestiale, facendo sprofondare la madre in un terrificante presente di violenza inaudita; l’altro è invece un genietto con il complesso dell’abbandono da parte materna. Le madri. I figli. È il tema centrale del film, che per estensione chiama il conflitto intergenerazionale e l’impossibilità di far proprio un linguaggio che dia senso alla comunicazione. I freschi adolescenti di Nakashima sono disperatamente soli e apparentemente vuoti. Ma non un vuoto intellettivo, quanto piuttosto un vuoto di passioni. Vorrebbero esistere nel pensiero di chi non li pensa (che tragedia!). L’epoca delle passioni tristi, certo. Non è più una novità. La novità è uno scenario ancora più sconcertante dove la possibilità di un delitto commesso senza nemmeno capire la portata del gesto, produce una vendetta atroce che non perdona l’infanzia o la giovinezza. La madre sconfitta dalla perdita della figlia, scatena un piano che farebbe impallidire Confessionsl’eroina vendicativa di Chan-Wook Park. La giustizia non prevede condanne serie per i minorenni. Ma se la società produce mostri, qualcuno dovrà pur porvi rimedio.
La messa in scena dai toni ghiacciati, i rallentamenti che caratterizzano in pratica tutto il film, distorcono lo spazio-tempo a vantaggio dell’emozione dell’attimo, luogo astratto dove perdersi con lo sguardo per ritrovarsi senza appigli. Una goccia cade e quasi si blocca a mezz’aria, come la piccola lanciata nella piscina da uno dei due “assassini per gioco” (o per capriccio). Il tempo vorrebbe non scorrere più, almeno nella stanza mentale della madre, rivissuto per provare a raccontare una storia diversa, mentre la verità è un’altra. Ma anche nella mente del demoniaco assassino tredicenne, quando tenta di bloccare una sognata lacrima di dispiacere sul volto della mamma perduta. Lugubre il presente: nella terribile persistenza di piccoli uomini e piccole donne il cui ego infantile minaccia di diventare una trappola, di crescere senza maturare individui pronti alla vita, ma semplicemente persi in un dedalo di oggetti inutili, transizionali per relazioni superficiali. È ridicolo il supplente che subentra a Moriguchi convinto di poter sedurre i ragazzi con un atteggiamento da amico. Il baratro è a due passi, per qualcuno è troppo tardi: in cerca di ganci non sono pochi a scivolare verso il buio invincibile. Neanche l’amore è salvifico. Un brano dei Radiohead sembra ricercare l’emozione perduta tra due corpi a tempo. Raramente l’orizzonte nel film si apre a bagliori di luce vera. La vendetta ha un sapore acre? Forse non ha sapore. Forse non è nemmeno consolatoria. Allora cosa si può rispondere a una cucciola di donna quando chiede quale sia il valore della vita.

Vera Mandusich

Confessions

Regia e sceneggiatura: Tetsuya Nakashima. Montaggio: Yoshiyuki Koike. Interpreti: Yoshino Kimura, Yukito Nishii, Ai Hashimoto. Origine: Giappone, 2010. Durata: 106’.

 

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