Si è chiusa la sesta edizione del Festival di Cinema trans Divergenti. Il festival ha proposto, nel corso dei quattro giorni di programmazione, 14 film provenienti da Francia, Spagna, Germania, Danimarca, Svezia, Italia, USA, Pakistan, Iran, Birmania, oltre a numerosi appuntamenti culturali.
La giuria di qualità, composta da Roberto Chiesi, Giovanni Minerba, Laura Schettini, Lina Pallotta e Margherita Palazzo, ha conferito il premio come miglior cortometraggio a La Victoria de Ursula di Julio Martì e Nacho Ruiperez, “per l’intelligente rilettura dei generi cinematografici e per la capacità di condensare in pochi minuti un racconto di atmosfere e tensioni psicologiche che danno vita a personaggi credibili in un clima che si svela con un colpo di scena finale”. Il riconoscimento come miglior documentario è invece stato conferito a Wildness di Wu Tsang, incentrato sull’autonarrazione del Silver Platter, locale della comunità lgbt latinoamericana di Los Angeles, “per la pregnanza evocativa di un luogo emblematico di complesse trasformazioni e di storie che hanno investito comunità e culture diverse”. Premio alla migliore fiction, infine, per Facing Mirrors di Negar Azarbayjani, coproduzione Iran-Germania che racconta la storia dell’amicizia tra una donna e un ragazzo FtM in fuga dalla famiglia e da un matrimonio forzato: primo film iraniano con un protagonista transgender, è stato premiato “per il coraggio e l’intelligenza con cui descrive la collisione tra due mondi che potrebbero trovare un terreno di solidarietà pur all’interno di un regime repressivo e autoritario”.
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