Oggi al Festival di Locarno la proposta che maggiormente spicca per la sezione Concorso Internazionale è sicuramente Une estonienne à Paris. Il film è stato accolto con grande favore del pubblico presente in sala, ciò non sorprende vista l’emotività forte del tema trattato. Una donna estone non più giovane si trova sola dopo la morte dell’anziana madre, l’abbandono dei figli e un matrimonio fallito, accetta così un lavoro come badante a Parigi. Quello che Anne non sa è che la vecchia signora della quale dovrà occuparsi è l’acida ed intrattabile Frida. Ancora una volta il cinema racconta un incontro che modifica la vita del personaggio (recentemente L’ospite inatteso di Thomas McCarthy o il campione di incassi Quasi amici di Olivier Nakache ed Eric Toledano), ma il regista estone Ilmar Raag apre una nuova prospettiva creando un meraviglioso e controverso personaggio per l’intramontabile Jeanne Moreau (Frida). Questa anziana donna è una libera pensatrice, che ha rifiutato qualunque dogma o etichetta per vivere il suo amore col più giovane Stéphane senza il peso degli obblighi coniugali in senso stretto. Anne ha la possibilità di conoscere una vita diversa dalla sua e può imparare, grazie a Frida, ad allontanare tutte quelle piccole fonti di insoddisfazioni e dolore, accogliendo una mentalità nuova e fresca. Magnifico sfondo è la città di Parigi, che è solo un caos turistico per una turista estone tra migliaia di altri turisti, e scenario ideale di una rinascita. Anne (Laine Magi) imparerà quali sono le piccole gioie del sentirsi parigina grazie alla Tour Eiffel vista all’alba in solitudine ed un autentico croissant francese caldo. Naturalmente la curiosità era già insita dall’inizio nel personaggio, che di notte passeggiava osservando strade deserte e vetrine di lussuosi negozi chiusi. Un film molto ben scritto e pregevolmente diretto che speriamo catturi l’interesse dei distributori italiani.
Per la sezione Cineasti del Presente, oggi è stato presentato Orleans il primo lungometraggio di finzione di Virgil Vernier. Il regista francese si cimenta con una storia che probabilmente ha in sé la premessa di raccontare l’espressione della libertà femminile e dei tipi di prigionia alla quale la donna si deve ribellare in tempi molto diversi, come il Medioevo e l’epoca moderna. Orleans è un luogo molto diverso oggi rispetto a quello conosciuto da Giovanna D’Arco, oggi è una semplice cittadina coi suoi supermercati e le sue scuole, ma ancora di più è un luogo dal quale è impossibile fuggire per le spogliarelliste Sylvia e Joane. Proprio la festa per celebrare l’anniversario della morte della Pulzella d’Orleans provocherà nelle ragazze una specie di crisi mistica e la conseguente possibilità di riscatto. Il film ha indubbiamente un’interessante potenzialità narrativa, che viene però sprecata e perduta soprattutto per i dialoghi troppo espliciti ed affrettati, che impediscono l’evocazione tramite l’immagine. Un’altra pecca della pellicola sta nell’ingombrante assenza dell’indagine verso la figura di Giovanna D’Arco, la si dà per scontata e si perde l’occasione di descrivere veramente quale possa essere l’influenza che un personaggio storico di tale portata può esercitare sui nostri contemporanei. Insomma, il film Orleans di Vernier si muove su trampoli di bambù, invece che su solide fondamenta.
Stasera, ospite atteso, la nostra Ornella Muti che, sotto un’incessante pioggia, verrà omaggiata in una fastosa cerimonia in Piazza Grande.
Da Locarno Giulia Colella