In tempi dove la realtà supera la fantasia e la distinzione tra comicità e politica si fa sempre più sottile, Benvenuto Presidente!, capita proprio a fagiolo.
Dai sigilli della stanza papale, alle porte del Quirinale, è tutto un fuggi-fuggi. E addirittura, tra la voce del popolo sovrano, c’è chi vorrebbe il Papa come presidente.
Dopo, Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, il Claudio nazionale riveste i panni di un improbabile, ma spassoso Presidente della Repubblica.
Nell’arco di pochi minuti, Giuseppe Garibaldi (Claudio Bisio) detto Peppino, un originale bibliotecario nonché pescatore di trote, per uno scherzo del destino, viene scortato al Quirinale. Questo a causa della provocazione di sinistra e destra (qui semplificate in “noi” e “voi”) che hanno avuto la brillante idea di eleggere Capo di Stato l’eroe dei due mondi.
Peppino, inizialmente rinunciatario, di fronte alla disonestà di un gruppetto di politici (tra cui Beppe Fiorello) che hanno tentato di corromperlo, accetta di buon cuore l’incarico.
Inutile dirlo, che il nostro Peppino, dissacrerà con genuinità la figura istituzionale con gag divertenti (una su tutte, quella dove lo vediamo guidare involontariamente la fanfara dei Bersaglieri), contagiando persino Janis, rigida vice-segretario generale (interpretata da una brillante Kasia Smutniak), che finirà per alleggerirsi dalle regole del protocollo, rivendicando le sue origini hippy.
Benvenuto Presidente! è una commedia intelligente e a tratti ruffiana, ma piace proprio per questo. Come non riconoscersi in quest’Italia dove la comicità è diventata sinonimo di normalità? Si ride per non piangere, soprattutto nel j’accuse finale, perché come cantava De Andrè nella Canzone del Maggio: “anche se voi vi crediate assolti, siete lo stesso coinvolti”.
Ernesto Brusati
Benvenuto Presidente!
Regia: Riccardo Milani. Sceneggiatura: Fabio Bonifacci. Fotografia: Saverio Guarana. Montaggio: Giogiò Franchini. Interpreti: Claudio Bisio, Kasia Smutniak, Omero Antonutti, Beppe Fiorello. Origine: Italia, 2013. Durata: 100′.