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Aspettando l’Oscar: Catch me if you can, l’Oscar che non si fa prendere

“And the Oscar goes to… Leonardo Di Caprio!” Seh… Magari!!

L’uomo delle statuette mancate è sicuramente Leonardo Wilhelm Di Caprio. Classe 1974, il primo nome lo si deve allo stupore fetale di fronte ad un capolavoro di Da Vinci, il secondo rimanda chiaramente alle sue radici teutoniche. Inizia la sua carriera da giovanissimo: vi ricordate lo sbarbatello dagli occhietti vispi in Genitori in blue jeans?  Magnifico, ma non ci interessa.
Gli anni 90 sono anche gli anni di Buon compleanno Mr. Grape e Pronti a morire, che nonostante il cast stellare si rivela un grande flop. Nel 1996 per Romeo+Giulietta vince come miglior attore al Festival di Berlino e si porta dietro un’orda di ragazzine adulanti pronte a sbavare su riviste e poster che ritraggono il bel Di Caprio forte della sua chioma dorata. Il regista del film, Baz Lurhmann, lo elegge a icona vivente della sua generazione paragonabile a un “James Dean moderno”.di caprio
Ma la beffa delle beffe deve ancora arrivare. Nel 1997 esce Titanic ed è proprio Di Caprio a vestire i panni del temerario Jack Dowson. Il regista James Cameron firma un capolavoro destinato ad entrare nella storia del cinema, subito campione  di incassi e con il maggior numero di premi Oscar mai realizzato al pari solo di kolossal come Ben Hur e Il Signore degli anelli: il ritorno del Re. Affogare nelle acque gelide dell’Oceano Atlantico non gli rende merito: non solo non ottiene la statuetta, viene addirittura scartato dalla cinquina.
Poi il sodalizio artistico con Martin Scorsese, uno dei maggior esponenti della New Hollywood. Leo è protagonista in Gangs of New York, The Aviator, The Departed e ultimo Shutter Island. Ma ancora non ci si siamo, la statuetta non arriva. Tutto ciò porta ad una domanda maliziosa: ma non è che l’Academy ce l’ha con Di Caprio? Leviamoci questo pensiero dalla testa, nella peggiore delle ipotesi si aggiudicherà il mortificante Oscar alla carriera, ma non è detto.
L’etichetta del giovane attore in erba sembra perseguitarlo anche alla soglia dei quaranta. La parabola “fallimentare” culmina con Django Unchained e la nomination a miglior attore non protagonista scippatagli da Christoph Waltz, bravo e simpaticissimo, ma che ha già vinto alla sua prima candidatura nel 2010.
Cosa impedisce all’Academy di premiare uno tra i migliori attori contemporanei? Seguirà dibattito.

Jenny Rosmini

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