Ryan Coogler ha diretto per la prima volta Michael B. Jordan nel 2013 nel suo straziante film d’esordio alla regia Fruitvale Station, passando poi agli adrenalinici Creed e ai due Black Panther: il consolidato duo questa volta si sperimenta in un’audace incursione nel genere horror con I Peccatori (titolo originale Sinners). Ambientata nel profondo sud degli Stati Uniti durante gli anni ’30, la pellicola intreccia con grande coraggio elementi di vampirismo, musica blues e critica sociale, offrendo un’esperienza cinematografica molto intensa.
Coogler attinge anzitutto all’immaginario classico del vampiro, evocando l’orrore soprannaturale presente nel romanzo di Bram Stoker: il personaggio del vampiro Remmick, interpretato da Jack O’Connell, incarna una minaccia oscura e seducente simile per certi versi al conte Dracula, che si insinua nella comunità afroamericana del Mississippi cercando di sfruttare le vulnerabilità sociali e culturali dell’epoca.
E se i richiami a Dracula sono evidenti, forse il film rimanda di più a Dal Tramonto all’Alba di Robert Rodriguez sia nel tono che nella struttura narrativa: come nel cult degli anni ’90 con George Clooney e Quentin Tarantino, I Peccatori inizia come un dramma criminale con i fratelli gemelli Smoke e Stack (entrambi interpretati da Michael B. Jordan) che fuggono da Chicago con denaro sporco, per poi trasformarsi con una transizione di genere sorprendente in un horror soprannaturale quando i due capiscono di essersi imbattuti in una minaccia ultraterrena.
Altro rimando del film è alla serie televisiva Them – Loro nell’esplorare i temi del razzismo e del terrore soprannaturale attraverso una critica sociale potente: ambientato durante l’era della segregazione razziale, I Peccatori utilizza infatti il vampirismo come metafora delle oppressioni subite dalla comunità afroamericana, e la presenza di forze oscure (siano esse i vampiri piuttosto che i membri del Klan) che minacciano la comunità riflette le paure e le tensioni razziali dell’epoca.
Ma l’elemento fondamentale del film è senza dubbio la musica, in particolare il blues: la colonna sonora, composta da Ludwig Göransson (che lavora con Coogler dai tempi dell’università e di Fruitvale Station), fonde blues, hip-hop, folk e metal, creando un paesaggio sonoro ricco e stratificato. Questa fusione musicale non solo arricchisce l’atmosfera del film, ma serve anche come catalizzatore per gli eventi soprannaturali che si svolgono. In questo senso, tra i tanti personaggi spicca quello di Sammie Moore, interpretato da Miles Caton, un giovane musicista il cui talento ha il potere di evocare spiriti e influenzare il corso degli eventi: è lui che dà vita alla scena chiave de I Peccatori quando, grazie alla sua chitarra e alla sua voce, la musica e il film trascendono il tempo e lo spazio unendo passato e futuro in un’esperienza mistica.
Con questo film Coogler e Jordan non hanno solo riscritto le regole del genere horror gotico ma, tra croci bruciate e riff di chitarra infuocati, lo hanno fatto sanguinare con uno stile infernale.
Luca Masera
I peccatori
Regia e sceneggiatura: Ryan Coogler. Fotografia: Autumn Durald Arkapaw. Montaggio: Michael P. Shawver. Musiche: Ludwig Goransson. Interpreti: Michael B. Jordan, Hailee Steinfeld, Jack O’Connell, Wunmi Mosaku, Delroy Lindo, Lola Kirke, Jun Li Li. Origine: USA, 2025. Durata: 131′.