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Trento Film Festival: si annuncia ricco di ospiti e di film

Grandi ospiti e tanti film per l’imminente 73° Trento Film Festival. Dal 25 aprile al 4 maggio la storica kermesse dedicata alla montagna, l’avventura e la natura non mancherà di offrire tanti spunti interessanti, con 126 film proiettati (selezionati su circa 700) e 165 eventi, tra incontri, conferenze, mostre e visite. Tra gli ospiti annunciati ci sono don Luigi Ciotti, Cesare Maestri, Mario Calabresi, Camilla Raznovich, Alessandro Gogna, Hervé Barmasse, Margherita Granbassi e Matteo Della Bordella, Giovanni Storti e Marco Paolini.

Il concorso principale per le Genziane comprende 22 opere, 12 lungometraggi e 10 corti, tutti in prima italiana tranne Paura dell’alba di Enrico Masi sulla Repubblica partigiana di Montefiorino. Da menzionare anche Imperfetto di Francesco Mattuzzi (noto per “Il peso dei sogni” del 2016 su una coppia di camionisti) e lo svizzero Il canto del respiro di Simona Canonica.
Sono invece 27 i titoli nel concorso “Alp&Ism” riservato ai film di alpinismo. Tra questi Beyond – Lettera a chi non è mai andato oltre di Francesco Clerici e Alex Bellini, che ricostruisce la sua missione al ghiacciaio islandese Vatnajokull nel 2017, un’esperienza estrema che ne ha segnato profondamente la vita. Ancora il britannico Climbing Blind II di Alastair Leebbgg.

K2, la grande controversia di Reinhold Messner

Nella ricca sezione Anteprime spicca Mauro Corona – La mia vita finché capita di Niccolò Maria Pagani, che approderà nelle sale italiane come evento da lunedì 5 maggio. Un ritratto intimo e doloroso dello scrittore, scalatore e scultore friulano, noto per le sue partecipazioni televisive, con la presenza di tre amici che si recano a Erto in visita, Davide Van De Sfroos (che dialogherà con Corona sul palco di Trento venerdì 2), Piero Pelù ed Erri De Luca.
Ancora K2, la grande controversia di Reinhold Messner, che vorrebbe esporre il suo punto di vista e mettere la parola fine a una delle spedizioni più mitiche e controverse dell’alpinismo, la conquista del K2 da parte della spedizione italiana nel 1954: “Calunnie e menzogne hanno macchiato la vittoria della vetta e hanno lasciato un eroe tragico: Walter Bonatti”, così riassume l’alpinista e regista nelle sue note. Ci sono poi in chiusura di Festival il bel film francese Vingt Dieux di Louise Couvoisier già visto l’anno scorso a Cannes, il polacco Biala odwaga di Marcin Koszalka, Mar de Molada di Marco Segato (scelto come film d’apertura), Tra natura e quota – Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane di Manuel Zarpellon e Giorgia Lorenzato e l’altro transalpino Bergers di Sphie Deraspe.

Molto interessante la sezione “Destinazione… Argentina” con 12 opere recenti, tranne Silencio blanco (1960) di Angelo Sciarra e Geraldo Junqueira de Oliveira. Nella selezione El aroma del pasto recién cortado di Celina Murgia (che farà parte della giuria ufficiale) e l’inafferrabile e spiazzante giallo sentimentale Los delincuentes – The Delinquents di Rodrigo Moreno. Ci saranno poi il fantapolitico La cordillera di Santiago Mitre, il western Zama di Lucrecia Martel; Nueve reinas di Fabian Bielinski, La quietud di Pablo Trapero o Simòn de la montaña di Federico Luis, premiato l’anno scorso a Cannes.

Assassinio sull’Eiger di Clint Eastwood

Tra le Proiezioni speciali un film unico come Assassinio sull’Eiger (1975) di Clint Eastwood per il suo mezzo secolo. Ancora il recentemente restaurato La guerra d’Italia a 3000 metri sull’Adamello di Luca Comerio del 1916, opera di grande impatto e valore storico che ricostruisce le azioni militari in alta quota compiute nella primavera di quell’anno, sarà proiettato con sonorizzazione jazz dal vivo. Sempre in Adamello si colloca Il canto del ghiaccio – Capitolo 1: l’estate del Làres di Stefano Collizzoli e Paolo Ghisu, che registra i rumori di fusione del ghiacciaio durante l’estate sulla Vedretta del Làres.
Curioso anche Hermann Buhl: oltre ogni cima di Werner Bertolan, alla scoperta dell’alpinista e viaggiatore austriaco che nel 1953 scalò per primo il Nanga Parbat in solitaria e senza bombole.

Infine altra sezione curiosa “Western di montagna” con sei titoli imperdibili: Stringi i denti e vai! – Bite the Bullet di Richard Brooks (1975, anche omaggio al recentemente scomparso Gene Hackman), Corvo rosso non avrai il mio scalpo – Jeremiah Johnson (1972) di Sydney Pollack, I compari – McCabe & Mrs Miller (1971) di Robert Altman, Sfida nell’Alta Sierra – Ride the High Country (1962) di Sam Peckinpah, Terra lontana – The Far Country (1954) di Anthony Mann e The Last of the Mohicans (1920) di Clarence Brown e Maurice Torneur.

Nicola Falcinella

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