Il film austriaco Gina di Ulrike Kofler ha vinto, sulla base del voto del pubblico in sala, il primo premio della Mostra Concorso del 43° Bergamo Film Meeting chiusosi sabato. Secondo il cileno Oro Amargo- Bitter Gold di Juan Olea e terzo il francese Fainéant.e.s – Lazy Girls di Karim Dridi.
Il Premio per la migliore regia, assegnato dalla giuria internazionale, è andato al franco-coreano Hiver à Sokcho/Winter in Sokcho di Koya Kamura.
Per la sezione Visti da vicino il Premio miglior documentario CGIL Bergamo, votato dal pubblico, è andato allo svizzero-tedesco Mutterland – Il Paese delle mamme di Miriam Pucitta. mentre il Premio della giuria La Sortie de l’Usine, attribuito dai delegati sindacali di CGIL Bergamo al documentario che meglio affronta i temi legati al mondo del lavoro e del sociale, stato assegnato all’austriaco Dear Beautiful Beloved di Juri Rechinsky, con menzione speciale a Personale di Carmen Trocker (Italia, Austria). In chiusura della cerimonia di premiazione sono state annunciate le date della 44a edizione che si terrà dal 7 al 15 marzo 2026.
La vincitrice Miriam Pucitta racconta Mutterland la vicenda della madre Marcella, una delle tante donne venete emigrate negli anni ‘50 e ‘60. Dalla località bellunese di Arsié, la giovane raggiunse la Svizzera dove rimase alcuni anni a lavorare. Qui nacque e trascorse l’infanzia la regista, un periodo del quale conserva solo ricordi frammentari. Quando Pucitta scopre una vecchia fotografia in compagnia di una coppia di altri bambini che non riconosce, si incuriosisce e, insieme alla figlia Giulia, comincia a interrogarsi e interrogare su chi possano essere. L’anziana genitrice, tra depressione e malattie dell’età, è di poco aiuto, così le due dovranno indagare sulla base di pochi elementi. Ne esce un quadro interessante dell’emigrazione, soprattutto femminile e delle vite delle famiglie, con i bambini anche costretti a condizioni di clandestinità per consentire ai genitori di lavorare e garantirsi un reddito che nei luoghi d’origine non potevano raggiungere. Interessante anche l’uso degli ambienti di Swissminiatur sul lago di Lugano, i luoghi più caratteristici della Svizzera riprodotti in miniatura, per ricostruire i ricordi insieme alle vecchie fotografie. Un documento prezioso su storie poco note, con momenti anche molto toccanti.
Dear Beautiful Beloved è un documentario di osservazione sulla vita in Ucraina durante la guerra seguendo in particolare tre linee, alternate tra loro. Ci sono gli anziani evacuati dalle loro case nelle zone del fronte e trasportati in strutture di accoglienza temporanee, dove vengono assistiti dal punto di vista sanitario. C’è poi chi si sposta per recuperare i soldati morti e trasportarli a casa e prepararli alla sepoltura o alla cremazione. Infine una giovane madre di due bambini piccoli intenzionata a partire in fretta verso Budapest. Un film nel quale all’inizio si fatica a entrare e orientarsi, ma che ha situazioni molto intense e anche crude.
Nel fitto programma del Bfm c’era poi la sezione AnReal, molto interessante panoramica / retrospettiva sul documentario animato nel formato breve, da The Sinking of the Lusitania (1918) fino a oggi.
Inoltre da ricordare la personale del tedesco Christian Petzold molto considerato dai cinefili per i suo film più recenti (La scelta di Barbara, Transit – La donna dello scrittore o Undine), ma quasi ignoto al pubblico e mai distribuito da noi per la prima parte della sua carriera, nella quale spicca Die innere Sicherheit del 2000.
E ancora arricchiscono il bilancio del Meeting le retrospettive di due grandi come il georgiano Otar Iosseliani e il polacco Wojchech Has, anch’essi conosciuti solo per una parte della loro opera, entrambi inseriti nella realtà dei loro Paesi eppure dagli stili così personali e riconoscibili.
Nicola Falcinella