Finalmente al cinema arriva al cinema con Lucky Red un film del regista portoghese Miguel Gomes, erano anni che lo aspettavamo perché né Tabu né Arabian Nights – Le Mille e una notte erano mai usciti in maniera seria al cinema.
Grand Tour, premio per la miglior regia all’ultimo festival di Cannes, è un film tragicomico, poetico e a tratti picaresco: un sogno spaesante e concettuale che crede che il cinema sia ancora uno spazio per pensare con la propria testa.
Miguel Gomes parte da un racconto di Somerset Maugham e costruisce il suo originale Gran Tour tutto orientale: siamo inizialmente a Rangoon, in Birmania nel 1917, Edward è un funzionario dell’Impero britannico, che fugge dalla fidanzata Molly il giorno del suo arrivo per il loro matrimonio. Durante il viaggio, però, il panico si trasforma in malinconia. Contemplando il vuoto della sua esistenza, il codardo Edward si chiede che fine abbia fatto Molly… Nel frattempo Molly, decisa a sposarsi e stranamente divertita dalla fuga di Edward, segue le tracce del fidanzato in un lungo road movie tra mari, fiumi e ferrovie del sudest asiatico, tra Thailandia, Giappone e Cina.
Gomes ha concepito la sceneggiatura zigzagando attraverso il sud-est asiatico, raccogliendo filmati in 16mm lungo il percorso. Tutte le scene con gli attori sono state girate invece in studio in Europa, assumendo un aspetto che ricorda il cinema classico, in bianco e nero splendido. L’alternanza tra immagini messe in scena e immagini documentarie fa di Grand Tour un elegante inno a cento anni di storia (anche cinematografica), senza però alcuna pretesa di continuità: il crollo del passato e del presente non trasmette un messaggio politico, l’effetto è puramente poetico. La storia e le sue emozioni potrebbero essere ancorate alla realtà, ma nel film invece seguono la logica esclusiva del cinema.
Un film unico, tra il documentario e il magico, a tratti ammaliante, in altri austero e totalmente scanzonato nella seconda parte, un film stratificato in mille percorsi con un fascino fuori dal tempo, un esempio di cinema uguale a nient’altro. Per fortuna.
Claudio Casazza
Grand Tour
Regia: Miguel Gomes. Sceneggiatura: Telmo Churro. Fotografia: Gui Liang, Sayombhu Mukdeeprom, Rui Poças.
Montaggio: Telmo Churro, Pedro Marques. Interpreti: Jani Zhao, Gonçalo Waddington, Teresa Madruga, Manuela Couto, João Pedro Vaz, Crista Alfaiate, Origine: Portogallo/Italia/Francia/Germania/Giappone/Cina. 2024. Durata: 128′.