Esce finalmente anche in Italia The substance, il nuovo lungometraggio di Coralie Fargeat, l’autrice di Revenge, che pochi anni fa aveva conquistato gran parte della critica. È un film di cui si è parlato molto ancora prima che fosse proiettato al Festival di Cannes, dove si è aggiudicato il Premio per la Migliore sceneggiatura e ha creato scandalo tra gli addetti ai lavori.
Diciamo subito che è un film che sorprende, che valica molti limiti del possibile, diverte tantissimo e ti lascia letteralmente a bocca aperta per molti momenti, è una vera e propria esperienza liberatoria.
È la storia di Elisabeth Sparkle (una strepitosa Demi Moore), ex star di Hollywood, che a 50 anni vede la sua carriera ormai al capolinea. Quanto è disposta a mettere in gioco Elisabeth per non essere messa da parte e venire dimenticata per sempre? La soluzione per soddisfare le proprie ambizioni è a portata di mano: è “the susbtance”, una droga misteriosa che è in grado di replicare una versione migliore di se stessa, di nuovo atletica, tonica, e soprattutto più giovane e più bella. La trasformazione in Sue (Margaret Qualley) però comporterà degli effetti drammatici, irreversibili. Questa potente sostanza ha una sola regola: bisogna dividersi il tempo, una settimana è Sue, l’altra torna Elisabeth. Un equilibrio perfetto. Facile, no? Se rispetti l’equilibrio…
Il film rimanda a molto cinema del recente passato, probabilmente il film che più si avvicina è La morte ti fa bella, ma qui il grottesco è spinto molto oltre, si fa body horror e anche splatter. Le citazioni cinefile sono infinite, c’è molto Cronenberg per tutto il discorso sul corpo, ma anche Tetsuo di Tsukamoto, per le sfumature horror con cui rappresenta il mondo contemporaneo; Kubrick è apertamente citato in molte inquadrature alla Shining, ovviamente c’è anche Elephant man di Lynch, e abbiamo anche i litri di sangue che ricordano Carrie di De Palma.
Forse è troppo? Per alcuni sicuramente lo è ma, come dicevamo in apertura, è un film esagerato e davanti all’esagerazione non ci sono limiti. Infatti la Fargeat va oltre il genere horror, spreme tutto quello che c’è da spremere: corpi che si squarciano, ossi e escrescenze varie, poltiglie organiche, fiumi di sangue, fori nella carne e molto altro. La regista francese gestisce però, con lucidità e senso dello spettacolo, questo materiale pericolosissimo che comprende anche innumerevoli culi e tette per giocare evidentemente sulla morbosità voyeuristica nei confronti dell’immagine femminile.
The Substance risulta così essere un perfetto mix tra cinema di genere e cinema autoriale, fa molto ridere, è eccitante come poco cinema riesce a essere in questi ultimi anni, ma allo stesso tempo è un cinema intelligente che fa una lucida analisi sul corpo femminile e la sua rappresentazione nella televisione, nel cinema, nell’horror: ovunque l’immagine della donna è proiettata, trasmessa, affissa. Forse un po’ lungo, se proprio dobbiamo trovare un difetto, per il discorso che porta avanti The substance potrebbe diventare un classico da qui ai prossimi anni. Esce al cinema con Iwonder da giovedì 31 ottobre, speriamo nella risposta del pubblico.
Claudio Casazza
The substance
Regia e sceneggiatura: Coralie Fargeat. Fotografia: Benjamin Kracun. Montaggio: Jerome Eltabet, Valentin Féron. Musiche: Raffertie. Interpreti: Margaret Qualley, Demi Moore, Dennis Quaid, Hugo Diego Garcia, Joseph Balderrama, Oscar Lesage. Origine: GB/USA/Francia, 2024. Durata: 140′.