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Teen Wolf, il lato oscuro del cambiamento

Licantropi, lupi mannari, adolescenti in trasformazione, tensione sessuale alle stelle. Sono solo alcuni degli ingredienti della miglior serie tv per teenager, come non si vedeva dagli esordi di Glee. Si tratta di Teen wolf, che ha attualmente all’attivo due stagioni e che segue il filone horror fatto rinascere dal più splatter True Blood (dedicato ai vampiri) al più recente The walking dead (dedicato agli zombie).

Teen wolf ha però una sostanziale differenza: i protagonisti sono tutti adolescenti, devono affrontare problemi comuni a scuola, amori impossibili, differenze, crescita, maturazione. Il tutto con la complicazione che uno di loro, il nerd asmatico Scott viene morso da un lupo mannaro nella prima puntata. Con lui il sodale amico ancora più sfigato, Stiles, che lo aiuta nell’accettazione della sua nuova identità, dei suoi poteri, tra ironia e paura. E così, Scott, che grazie ai nuovi “poteri” diventa il campione della squadra di lacrosse, singolare sport molto fisico tipo hockey, cerca di conquistare il cuore di Alison. Ma ci sono anche i lati oscuri, come il controllo dei cambiamenti e della rabbia, che lo fa diventare un lupo. In giro ci sono altri come lui, che uccidono le persone, e Scott teme di essere lui il responsabile. Da qui il giallo della prima stagione, dove spuntano mentori e antagonisti, mutaforma e seduttori.

La trama ricorda qualcosa agli appassionati di cinema? Certo, il film del 1985 Voglia di vincere, con Michael J.Fox che diventa un campione di basket dopo essere diventato un lupo mannaro. Erano gli anni 80, e di questo spunto di partenza Teen Wolf ne mantiene la grande ironia, anche nei momenti più tesi. Ma la nuova serie tv è anche più horror: c’è grande tensione nelle scene madri di ogni episodio e la trama è molto orizzontale, tanto che nei singoli episodi è difficile trovare un racconto autoconclusivo, come se tutta la storia fosse un ottimo film in 12 puntate. Una situazione che tiene sicuramente agganciati gli spettatori. Questo grazie a una vecchia volpe del cinema come Russell Mulcahy, regista e sceneggiatore del primissimo Highlander – L’ultimo immortale, che si è perso negli anni in troppe produzioni di mestiere, senza infamia e senza lode, ma che torna con questa serie tv come autore e regista di quasi tutti gli episodi.

Recentemente si è appena conclusa la seconda stagione su Fox, a presto sarà trasmessa in chiaro anche su Mtv. Il successo è stato immediato, con una storia in cui il protagonista Scott si assume delle responsabilità nei confronti degli altri, scegliendo di non far parte di un branco e costretto ad affrontare creature mitologiche, anche in difesa del suo grande amore Alison. Molta azione, tanto fascino, non si trascura la vena sexy, e il pubblico teen (e non solo) è catturato dai cambiamenti volontari e involontari dei giovani protagonisti, sempre in cerca di una propria identità.

Manuel Sgarella

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