Diciamo subito che questo film è una delle rivelazioni della 73esima Berlinale, presentato il primo giorno nella sezione Encounters ha subito vissuto di un intenso passaparola tra gli accreditati del Festival, suscitando ammirazione da più parti.
Tatiana Huezo è una regista messicana che si è affermata negli anni come documentarista sensibile. Molto bello il suo Tempestad presentato sempre qui a Berlino a Forum 2016, mentre altri suoi film sono disponibili e si possono vedere su Mubi.
In questo nuovo lavoro si immerge nella finzione prendendo evidente spunto da una realtà che conosce e ci restituisce splendidamente. Siamo a El Eco, una remota comunità montana della regione montuosa dello stato di Puebla: tra queste montagne vivono molti bambini che sono abituati a sporcarsi le mani, non solo giocando le pozzanghere di fango, ma anche seguendo il pascolo delle pecore gestite dalle loro famiglie.
In El Eco vediamo la vita di queste famiglie scorrere davanti a noi: una ragazza si prende cura teneramente della sua anziana nonna; altre giovani donne accudiscono gli animali; un’altra ragazza fa da insegnante a un gruppo di bambini. La Huezo accompagna tre di queste famiglie che hanno poche certezze ma molta voglia di vivere, intreccia meravigliosamente una moltitudine di volti e gesti in un caleidoscopio di vita modesta ma piena di dignità.
I bambini devono tutti crescere in fretta perché ci sono molte cose di cui occuparsi. Gli uomini non esistono o sono per lo più assenti, sono via per lavorare come operai edili o sono scappati via per sempre. È praticamente un matriarcato che si prende cura del lavoro all’interno della comunità e dell’istruzione dei bambini. La parte sulla scuola è il segmento più politico del film: si insegna per sfuggire un’ignoranza che può portare a finire la propria vita fin da giovanissimi, soprattutto per le ragazze senza studio si avvicinerebbe un matrimonio da adolescente. A scuola osserviamo le bambine da vicino, vediamo un passaggio sulla Rivoluzione Messicana, ma cogliamo anche la piccola e deliziosa Paz che tiene una “lezione” per le sue bambole e i suoi giocattoli di peluche.
Amore, intimità, malattia e morte si susseguono in un film delicato e potente allo stesso tempo. La Huezosi dimostra una regista di talento capace di estrarre l’essenza dalle cose più piccole. Non ci son grandi temi o grandi eventi che succedono davanti ai nostri occhi, siamo letteralmente sullo sfondo del Mondo. In questo remoto villaggio messicano i miti sono però ancora vivi e non solo gli animali ma anche le piante hanno un’anima. El Eco è un film davvero affascinante, che riesce a essere contemporaneamente sobrio e commovente, poetico e politico, un film che riesce così a celebrare allo stesso modo la grazia degli animali e dei bambini di questa difficile terra.
da Berlino, Claudio Casazza