Presentata la 77ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, cresce adesso l’attesa per il primo grande festival post-Covid, anche se sarebbe meglio dire inter-Covid. Se mancano i nomi roboanti, non è detto che le selezioni ufficiali, benedette dal direttore Alberto Barbera, non possano sorprenderci con film (fiction e non-fiction) di fattura eccelsa.
Innanzitutto un occhio alla composizione delle quattro Giurie internazionali (Venezia 77, Orizzonti, Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, Venice Virtual Reality).
L’australiana, due volta Oscar, Cate Blanchett sarà presidente della giuria che assegnerà il Leone d’Oro, composta dalla regista e sceneggiatrice austriaca Veronika Franz (legata in particolare al cinema di Ulrich Seidl), dalla collega britannica Joanna Hogg, regista e sceneggiatrice di The Souvenir, inedito in Italia ma premiato al Sundance Film Festival 2019 con il Gran premio della Giuria, lo scrittore Nicola Lagioia, dal 2016 direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino, il tedesco Christian Petzold, vecchia conoscenza veneziana e autore de La scelta di Barbara, Orso d’argento a Berlino nel 2012, il rumeno Cristi Puiu, regista e sceneggiatore già premiato a Cannes e autore di film straordinari come La morte del signor Lazarescu e Sieranevada, Ludivine Sagnier, attrice francese vista più volte nei film di Ozon.
La giuria della sezione Orizzonti è invece composta dal regista e attore francese Claire Denis (presidente), dal regista spagnolo Oskar Alegria, dalla nostra Francesca Comencini, dal produttore israeliano Katriel Schory e dalla produttrice statunitense Christine Vachon.
Saranno tre i nomi che comporranno la Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”- Leone del Futuro: il regista Claudio Giovannesi (La paranza dei bambini), il francese Remi Bonhomme, direttore e programmatore di festival internazionali, e la produttrice tunisina Dora Bouchoucha.
Infine l’interessante sezione Venice Virtual Reality vedrà una giuria composta da Celine Tricart, regista e sceneggiatrice esperta di Realtà virtuale e 3D nota per i suoi lavori presentati in festival internazionali quali Venezia, Sundance, Tribeca, SXSW, e per aver vinto a Venezia, l’anno passato, il Gran premio della Giuria per la migliore opera Vr immersiva con con The Key. Sarà affiancata dal regista britannico Asif Kapadia, autore del documentario premiato con l’Oscar Amy, e da Hideo Kojima, autore giapponese di videogiochi.
I lungometraggi saranno 62, i corti 15, con 50 paesi rappresentati. Ad aprire la kermesse sarà Daniele Lucchetti, fuori concorso con il suo Lacci. Mentre 18 sono i film che concorrono per il Leone d’Oro, con l’Italia rappresentata da Gianfranco Rosi, Emma Dante, Susanna Nicchiarelli e Claudio Noce, concorso in cui spiccano Amos Gitai, Andrei Konchalovsky e Chloé Zhao, regista cinese d’America già autrice del magnifico The Rider, che porta in Mostra un film di cui si dice già un gran bene e che vede protagonista Frances McDormand.
Ma c’è attesa per alcuni film fuori competizione come i documentari di Abel Ferrara (Sportin’ Life), di Alex Gibney (Crazy, not insane) e di Frederick Wiseman che con il film fiume City Hall (272′), a novant’anni suonati, continua a esplorare le istituzioni americane, componendo un quadro sociologico di assoluto interesse.
La sezione Orizzonti rinuncia in parte alla mission che prevedeva la selezione di nuovi talenti, visto che in concorso ci sarà il grande Lav Diaz (perché poi non nel concorso principale?), ma anche autori tutt’altro che sconosciuti come Umberto Pasolini, Parenti e D’Anolfi (in passato nel concorso ufficiale), Ivan Ayr, che due anni fa aveva ben impressionato alla Berlinale con il suo Soni.
Tutta da gustare infine la rassegna Venezia Classici, che ripesca capolavori di Antonioni, Germi, Imamura, Lang, Melville, Scorsese, per non citarne che alcuni.
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