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Penguin Highway

pinguinIl secondo film delle rassegna “Anime al cinema” che Dynit e Nexo Digital portano in questa stagione è Penguin Highway diretto da Hiroyasu Ishida. Uscito questa estate in Giappone, è la trasposizione animata del romanzo scritto da Tomihiko Morimi nel 2010, autore noto per altri romanzi come Uchouten Kazoku (The Eccentric Family) e di The Tatami Galaxy di cui sono già stati fatti degli adattamenti animati apprezzati da pubblico e critica (The Tatami Galaxy è disponibile in streaming legale e gratuito sul portale www.Vvvvid.it).
Il film è ambientato in una piccola cittadina dell’entroterra giapponese, abbastanza a contatto con la natura, in cui seguiamo le vicende di un gruppetto di preadolescenti tra cui spicca Aoyama, un ragazzino molto più intelligente dei suoi coetanei che ha una notevole propensione per l’analisi e lo studio scientifico. Meticolosamente annota tutte le sue ricerche e riflessioni in dei quaderni in cui prova a svelare i misteri che lo circondano: da cose naturali, come scoprire l’origine del corso d’acqua che passa nella cittadina, ad altre legate alla sua maturazione, come l’interesse per una giovane ragazza pinguin1ventenne (e i suoi seni) con cui entra in confidenza. La ragazza, che non avrà mai un nome per tutto il film e sarà chiamata da Aoyama “Sorellona” (almeno nell’adattamento del doppiaggio italiano) ricambia questo interesse e con la sua forte personalità contiene la superbia di Aoyama e gli fa da educatrice ed esempio di maturità. Così mentre la vita di tutti i giorni continua tra una ricerca e un’avventura con il suo amico Uchida, le lotte contro i bulli capitanati da Suzuki e chiacchierate con la Sorellona, capita che per tutta la cittadina compaiano dei Pinguini, creando disagi e sgomento alla comunità e sparendo nel nulla rapidamente come sono apparsi. Ovviamente questo è un invito a nozze per la curiosità di Aoyama che inizia subito a fare le sue ricerche per venire a capo del mistero. Ma ancor più interessante per lui sarà scoprire che la Sorellona, in determinate circostanze, può trasformare altri oggetti in pinguini. Da questo momento in poi il film, iniziato un po’ come uno slice of life della vita di Aoyama, ha una virata più sul fantascientifico, al primo mistero se ne sommano altri ed altri ancora sino alla risoluzione finale dove tutti i nodi verranno al pettine.
pinguin2Ma va da sé che vengono fuori anche i problemi. O meglio il problema. Per la restante ora abbondante di pellicola avremo una serie di eventi che si accumuleranno l’uno sull’altro e che dovrebbero coinvolgere lo spettatore nel capire l’enigma, nell’essere partecipe della ricerca e trovare la soluzione con i protagonisti, analizzando gli elementi seminati sin lì e traendone le conclusioni. Purtroppo i dettagli seminati sono grandi come macigni e tutta la parte misteriosa si poteva giù risolvere guardando il trailer cinematografico.
Certo va pure detto che il film non vuole essere prettamente un racconto misterioso e fantascientifico, ma per di più è il racconto di alcuni eventi che portano il protagonista e i ragazzini intorno a lui a diventare un po’ più adulti, a saper gestire meglio i rapporti personali e le prime cotte d’amore, il determinarsi per chi si vuole essere una volta cresciuti. E che i ragazzini siano i protagonisti assoluti viene rafforzato con la scelta stilistica, ben precisa, con cui tutti i personaggi adulti non vengono mai chiamati con un nome proprio, come appunto la Sorellona.
Quindi guardando il film ci si ritrova in questo doppio binario in cui i fatti legati strettamente alla trama e al suo sviluppo sono lenti e scontati, mentre i dialoghi e le interazioni tra i personaggi sono sia spassose che interessanti nel loro svolgersi. Indubbiamente però, a fare da ottimo collante e non far calare l’attenzione dello spettatore, è il lavoro svolto dallo studio Colorido, qui coinvolto nel suo primo lungometraggio. Il film è una vera gioia per gli occhi, l’animazione è sempre fluida e la computer grafica è ovviamente utilizzata ma solo poche volte può portare a far storcere il naso (almeno che non si è puristi dell’animazione tradizionale). Anche le scelte delle palette cromatiche e degli ottimi sfondi calzano bene con il buon character design di Youjiro Arai. La regia di Hiroyasu Ishida è solida e sul finale del film spinge abbastanza per assecondare la “follia” con cui si risolve il problema dei pinguini, una scena ricca di dinamismo e spettacolarità veramente memorabile che vale la visione del film.


Ottimo anche il doppiaggio in italiano. Pur essendo io un amante della lingua originale sempre e comunque in ogni opera audiovisiva e non avendo avuto la possibilità di ascoltare l’audio originale per fare un confronto, riconosco che tutte le voci di tutti i protagonisti sono calzanti ai personaggi e ben recitate in particolar modo i dialoghi tra Aoyama (Antonella Baldini) e la Sorellona (Emanuela Ionica).

Antonio Fadda

Penguin Highway

Regia: Hiroyasu Ishida. Soggetto: Tomihiko Morimi. Sceneggiatura: Makoto Ueda. Musiche: Umitarou Abe.  Origine: Giappone, 2018. Durata: 119′.

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