Al via il prossimo 16 novembre l’edizione 2018 di Filmmaker Festival, in programma fino al 24 novembre a Milano presso lo Spazio Oberdan e l’Arcobaleno Film Center.
Il cinema documentario e – più in generale – “di ricerca” è l’anima della manifestazione, un’identità netta e riconoscibile che da quasi quarant’anni fa di Filmmaker, all’interno di un panorama nazionale affollato di appuntamenti, un punto di riferimento certo per chi vuole scoprire e sostenere nuovi autori, nuove forme cinematografiche, nuove relazioni con il pubblico.
Sette le sezioni in cui si articola il programma di quest’anno: Concorso Internazionale, Concorso Prospettive, Fuori concorso, Carta Bianca a Luca Guadagnino, Fuori formato, Filmmaker Moderns, Filmmaker Off, cui si aggiungono i film di apertura (Monrovia, Indiana, il nuovo film di Frederick Wiseman) e chiusura (Chaco di Daniele Incalcaterra e Fausta Quattrini, fresco vincitore del Festival dei Popoli) per un totale di 82 titoli, di cui 16 in anteprima assoluta e 11 in anteprima italiana.
Il Concorso internazionale propone quest’anno 9 film, senza distinzioni di formato, genere o durata, firmati tanto da giovani autori quanto da nomi di primo piano del panorama cinematografico internazionale, tra cui Ruth Beckermann (vincitrice nel 2016 con The Dreamed Ones), Claire Simon, Andrea Bussmann, Nicolas Philibert (che osserva in De Chaque Instant la formazione degli apprendisti infermieri all’istituto Croix Saint Simon di Montreuil, dall’apparente banalità di un gesto come lavarsi le mani all’incontro con la malattia, la sofferenza e la morte), gli italiani Luca Ferri e Antonio Di Biase: il primo, habitué del festival, che in Pierino segue un anno di “solito tran tran” di Pierino Aceti, pensionato ma soprattutto “malato di cinema”, che sconvolge i suoi ritmi quotidiani solo per partecipare al Bergamo Film Meeting, e cataloga tutti i film visti dal 1973; il secondo, Antonio Di Biase (classe 1994), che per girare De Sancto Ambrosio è salito sul campanile della basilica di Sant’Ambrogio, a Milano, e da lassù ci mostra i bambini che giocano, gli operai che lavorano, i turisti che scattano selfie. Primavera, estate, autunno, inverno, all’alternarsi delle stagioni si intreccia il respiro della città: le persone, la luce, i ritmi che cambiano secondo le ore, i luoghi il cui orizzonte appare in una continua trasformazione.
Nel programma densissimo di eventi e sezioni collaterali, segnaliamo la Carta Bianca di Luca Guadagnino, che torna alle origini della propria “formazione” (non solo cinematografica), dedicando sguardo e riflessioni a Roberto Rossellini e Peter Del Monte; le proiezioni “fuori formato” dell’austriaco Johann Lurf (cieli stellati estratti da circa 550 film) e del grande cineasta d’avanguardia Kurt Kern; e segnaliamo anche i sorprendenti Francesco Ballo Files, storico del cinema e filmmaker, che presenta gli ultimi recentissimi lavori inediti: Alle origini, Viaggio nell’entroterra, La calamita, La cometa cadente e la quinta raccolta dei suoi Esperimenti.
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