Continuano le serate evento organizzate da Dynit e Nexo digital per portare l’animazione giapponese nelle sale dei cinema italiani ma, a differenza delle altre proiezioni di questo ciclo, questa volta viene presentato l’adattamento cinematografico in live action di Tokyo Ghoul, il manga di grande successo in patria (e pure qui in Italia, edito da Jpop) di Sui Ishida.
Il film, diretto da Kentaro Hagiwara, è uscito nelle sale giapponesi a luglio 2017 e racconta il primo arco narrativo del manga (i primi 3 volumi) in modo abbastanza fedele all’opera originale diversamente dalla versione animata dello studio Pierrot (disponibile in italiano in streaming legale su vvvid.it), in cui alcuni eventi vengono cronologicamente invertiti. Una scelta che ha perfettamente senso nell’adattamento ma che potrebbe far pensare per chi ha visto solo l’anime che siano stati fatti enormi tagli alla storia, quando invece la scelta di questo film è coerente e corretta.
La storia racconta di una Tokyo moderna in cui gli uomini convivono con alcuni individui che nascono con la repulsione totale a livello fisico/chimico per qualsiasi forma di cibo ad eccezione di caffè e carne umana. Questi ultimi sono i ghoul, si nascondono agli occhi della società mimetizzandosi tra gli umani e sono braccati e cacciati da speciali forze dell’ordine chiamate CCG, o colombe nel gergo dei ghoul. In questa Tokyo, Ken Kaneki conduce una normalissima vita da studente universitario e quando finalmente riesce a uscire insieme con Rize Kamishiro, una ragazza che condivideva la sua stessa passione per la lettura, è l’uomo più felice della terra. Ma presto scoprirà invece di essere uno spuntino di mezzanotte per Rize, la ghoul conosciuta col sopranome “l’ingorda”. Mentre lei sta torturando il suo pasto, come un gatto farebbe con un topo, all’improvviso crolla da un cantiere un impalcatura che schiaccia Rize e lascia agonizzante Kaneki. Per motivi misteriosi e illogici un medico chirurgo in qualche modo realizza un trapianto di organi tra la defunta Rize e il sopravvissuto Kaneki, che una volta dimesso dall’ospedale inizia a notare seri cambiamenti nella sua natura. Infatti ora è diventato un ghoul, inizia a rigettare tutto il cibo e a schifarlo dal profondo e a desiderare carne umana. Lacerato nell’animo da questo pesante fardello morale, Kaneki, trovando rifugio presso una caffetteria chiamata Anteiku, inizia a conoscere altri ghoul ed ad integrarsi con loro, scoprendo che nonostante siano costretti dalla natura ad essere antropofagi non per forza sono dei mostri assassini. Ma le “colombe” della CCG devono svolgere il loro lavoro e indagando su un filo di un vestito francese recuperato dal cadavere di un ghoul, controllando mille mila video di boutique, riescono a risalire ad una mamma e figlia ghoul rifugiati all’Anteiku. E con le grida di Kaneki “questo mondo è sbagliato!” lacrime e sangue verranno versate per il resto del film.
In tutto il suo incipit campato per aria, pieno di cose illogiche e incongruenti e stando sempre al limite del patto con lo spettatore sulla credibilità dei fatti nel contesto costruito dalla narrazione, il film si porta avanti a buon ritmo e riesce anche ad intrattenere. Va detto che tutto il film è solo l’inizio di un racconto ben più ampio in cui i personaggi qui vengono solo presentati ma di cui manca il vero sviluppo interiore ed emotivo che dovrebbe portare lo spettatore ad appassionarsi alle loro vicende.
Personalmente ho trovato la regia buona, e anche negli eccessi voluti nella fase di “mutazione” di kaneki – in cui il cibo “normale” viene ripreso ed elaborato sempre più in modo raccapricciante fino a giungere al vomito nudo e crudo – li ho trovati ben funzionali a raccontare il dramma del protagonista. Inoltre l’uso degli effetti speciali e della computer grafica è decisamente meglio di quello di molti altri live action nipponici. Sicuramente il film aveva un buon budget che non è andato sprecato. Le Kagune e le Quiche (rispettivamente: delle emanazioni dei corpi che hanno il ghoul e le armi realizzate da queste che usano le colombe) rendono bene sul grande schermo e spettacolarizzano bene i combattimenti. Decisamente un buon lavoro se confrontato con robaccia come il live action di Terra Formars realizzato da un Takashi Miike non in grande forma.
La recitazione invece è più difficile da valutare essendo il film doppiato in italiano. Bisogna superare anche l’extra enfasi che gli attori giapponesi di solito portano su schermo ma nel complesso la performance messa in scena da Musataka Kubota (Ken Kaneki), quella di Fumika Shimizu (Thouka, una collega dell’Anteiku), di Nobuyuki Suzuki e Yo Oizumi (le colombe della CCG) sono tutte più che valide e perfettamente in linea coi loro personaggi. Tutto il cast bene o male se la cava mentre invece assolutamente pessima la recitazione di Yu Aoi (Rize).
In conclusione è un film che l’appassionato del media originale dovrebbe poter apprezzare senza aver nulla da criticare sulla fedeltà dell’opera, con una buona regia e una buona recitazione. Per gli altri resta un filmetto da guardare senza infamia e senza lode se piace il genere. 6 polpette di carne umana su 10.
Antonio Fadda
Tokyo Ghoul
Regia: Kentarô Hagiwara. Sceneggiatura: Ichirô Kusuno. Musiche: Don Davis. Interpreti: Masataka Kubota, Fumika Shimizu, Nobuyuki Suzuki, Hiyori Sakurada, Yû Aoi. Origine: Giappone, 2017. Durata: 119′.